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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio

Sprofondo Spal, è un derby da paura: autogol, risse e Var, poi il 'canarino' va di traverso

Meccariello dura un tempo, Moncini segna una doppietta inutile: squadra fragile e penultimo posto

E' un derby che brucia. Per la Spal, i fuochi d’artificio del Mazza lasciano sulla pelle ustioni forse insanabili. Il Modena pasteggia sulla carcassa di una squadra che non ha più anima e si fa beffa di una coreografia della Curva Ovest – maestosa, va ammesso – che prima del match preannunciava ben altro appetito. Se nelle intenzioni dei tifosi il Gatto Silvestro biancazzurro doveva sbranare il canarino gialloblu (per i non avvezzi alla simbologia, parliamo dello stemma ospite), nella realtà il volatile va di traverso. Si inchioda lì, a metà gola, e alla Spal adesso manca l’aria.

E’ un de profundis. Forse letale. Buio pesto per la banda di De Rossi, che perde 2-3 giocando oltre un’ora in superiorità numerica. Nel pomeriggio uggioso di Ferrara succede di tutto, ma proprio di tutto. Nulla, però, che vada nella direzione dei padroni di casa. E questo deve far riflettere. Perché tutto ciò di cui si è parlato alla vigilia svanisce in un lampo, come se da lunedì al sabato si vivesse sulla Terra e poi la domenica si giocasse su Marte. O viceversa.

La svolta – che poi svolta non sarà – pare arrivare al 35’, quando Diaw stringe il collo di Esposito in un abbraccio che nel calcio non è proprio ben visto. Cartellino rosso, annessa rissa da far west, tripudio del Mazza. Ma è l’ennesima illusione. L’abbiamo scritto più volte, torniamo a farlo: è proprio quando le cose sembrano mettersi bene, che succede l’irreparabile. Che dire? Ogni settimana il lento incedere dei tifosi verso le tribune sembra quello di un condannato a morte: il Mazza è come San Quintino. Il derby, in tal senso, non cambia la sentenza.

Dieci minuti e, puntuale, la ghigliottina falcia via la speranza. Congeliamo un attimo il film della partita qui: al tramonto della prima frazione c’è un calcio d’angolo per il Modena, che è in 10 uomini (ribadiamolo). La Spal è tutta, ma proprio tutta, in area di rigore. Undici uomini su undici. A marcare chi, non si sa. E’ la fotografia di una squadra impaurita oltre l’impossibile. Palla in mezzo, La Mantia tenta di spazzare e segna. Ma ad Alfonso. Altra istantanea: il bomber a secco da mesi che si sblocca, ma nella sua porta. E’ già un colpo di grazia, lo abbiamo detto, ma nessuno l’ha ancora capito.

Per gli amanti del calcio, quelli neutrali diciamo, è invece la miccia che accende la serie di fuochi d’artificio. Ci si brucerà, si è detto, ma proseguiamo. Minuto 58, unico cross decente e incornata del pareggio di Moncini: ci voleva tanto? Beh, forse sì, perché il traversone lo indovina Tunjov che di solito i primi tempi se li guarda regolarmente dalla panchina. Ora il pubblico spinge, ma il petardo più pesante lo scaglia un certo Falcinelli, professione bomber canarino, al 72’, quando si beve Valzania e fulmina Alfonso.

C’è il dubbio che nell’azione il pallone sia uscito, stile Giappone contro la Spagna. Ma è tutto buono, stile Giappone contro la Spagna. Sei minuti, Tripaldelli casca in area: per un attimo ci casca anche l’arbitro, poi il Var lo rianima e tutto viene cancellato. Penalty che arriva invece, regolare come un orologio svizzero, al minuto 94 per il Modena: revisione di un paio di minuti anche qui, giusto per allungare un pomeriggio iniziato la mattina, poi si procede e gli ospiti incasellano l’1-3 con tal Marsura.

Tutto sarebbe dovuto finire al minuto 95, ma al 96’ abbiamo detto che c’è il tris gialloblu. Al 97’ Moncini incorna di nuovo, per il 2-3. Cosa stia succedendo dalle parti di Corso Piave, a questo punto, ormai nessuno più lo capisce. Il gol della riapertura del match viene accolto dai ‘buu’ della Ovest, spossata da una battaglia logorante, studiata male e condotta peggio: clima strano, roba da derby perso e luce in fondo al tunnel ormai invisibile.

Fine, fischi e penultimo posto. Basta, questo, per svegliare chi ancora parla di playoff o squadra che se la può giocare con tutte? Basta per capire che giovedì, a Perugia, ci sono novanta minuti da dentro (poco) o fuori (tanto)? E che domenica, ancora al Mazza, arriva un Palermo che potrebbe segnare davvero il punto di non ritorno? Insomma, basta? Anzi, usiamo pure la punteggiatura corretta: cara Spal, adesso basta! 
 

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