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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Spal, il bacio perugino si stampa sulla traversa e la porta resta Immacolata: al Curi un punto di ripartenza

L'ex Melchiorri grazia Alfonso, mentre si fa male Moncini. Varnier solido, ma che paura quel Var al 94'

Stavolta il cero, bello grande, la Spal lo deve accendere per davvero. Nel giorno dell’Immacolata Concezione, qualcuno da lassù concede un miracoletto niente male alla banda di De Rossi che esce dal Curi con un punto che profuma di benedizione. Immacolata rimane la porta biancazzurra e un po’ d’aria torna a riempire i polmoni di tifosi che, da settimane, vivono sul filo dell’infarto.

Il bacino, perugino, lo stampa Melchiorri sulla fronte della traversa, graziando Alfonso che pochi istanti prima aveva ingenuamente concesso il rigore ai padroni di casa. L’ex di turno inchioda sul legno sdraiato il possibile colpo da ko. La Spal rimane viva e, di riffa o di raffa, incamera uno 0-0 che può alleggerire il lungo viaggio di ritorno in pullman.

Si parlava di miracoli. Un rigore sbagliato dal Perugia e un altro negato dal Var al 94’ (non c’è, ma con gli assistenti seduti, pop corn in mano, nel salotto dei monitor a cercare anche il pelo nell’uovo, non si può mai sapere). Due episodi che hanno, comunque, un fil rouge limpido limpido. C’è Alfonso dietro tutto questo, è evidente. Il numero 1 spallino, al minuto 2, gioca una palla con i piedi al limite dell’area mentre tiene ancora in mano una bottiglietta d’acqua.

E’ acqua santa – di trapattoniana memoria -, non c’è altra spiegazione. Se la Spal non va a Lourdes, Lourdes viene portata in campo. Blasfemia parlare di acqua santa, parafrasando peraltro Maometto, nel giorno dell’Immacolata Concezione? Forse, ma i novanta minuti e sbrisga del Curi meritano qualcosina in più del solito commento moscio di chi, in pomeriggi così, sbadiglia e non soffre.

Il match di biliardino – cromaticamente, rossi contro blu ricorda sempre le sfide di quando avevamo tutti meno capelli bianchi, al bar sulla spiaggia – è lotta tra due formazioni in difficoltà, e si vede. Nessuna offesa, ma di errori tecnici se ne appuntano diversi. Nove minuti e Tripaldelli di testa fa una carezza a Gori. Due giri di lancette e Sgarbi spinge via Moncini, che si rompe. Ironia della sorte, a minare le certezze offensive ospiti ci si mette l'unico con quel cognome tanto 'ferrarese'...

Ecco, qui l’acqua di Alfonso appare tutt’altro che santa, perché è l’infortunio che non ci vuole, né per i restanti 80 minuti, né per il futuro. La Mantia, entrato a freddo, non brillerà, ma abbiamo detto che alla fine lo 0-0 è roba di cui ci si accontenta volentieri e quindi che anche Andrea si becchi il suo 6 in pagella e non ne parliamo più.

Per il resto, a referto del primo tempo si segnano una conclusione di Kouan (centrale), una di Bartolomei (fuori) e un tacco imprevisto dello stesso 19 biancazzurro (barba al palo anche in questo caso, ma dal lato sbagliato). Nella ripresa la girandola di cambi – termine tecnico desueto ma sempre affascinante – non cambia la trama di un film di quart’ordine, buono se non altro per far passare le due orette post pranzo con i parenti senza svegliare nessuno.

Nessun gol, nessun grido, tutti contenti. Anche se i brividi, quelli veri, come detto non mancano. I due rigori – uno fallito e uno non assegnato, con Alfonso che si lascia andare in un abbraccio coccoloso al direttore di gara Gualtieri quando quest’ultimo con il ditino indica rimessa dal fondo – costringeranno il Perugia a non dormire stanotte. Ma d’altronde, la Spal ha passato tanti di quei momenti insonni, da agosto ad oggi, che se per una volta tocca agli altri scappa quasi un sorriso.

Dopo tre ko, i ferraresi tornano a muovere la classifica. E’ bastato non prendere gol per scalare una posizione. Non ci immaginiamo cosa potrà succedere se e quando i vari La Mantia, Finotto e compagnia cantante centreranno anche il bersaglio grosso. Ecco lì, forse, davvero si potrà gridare al miracolo. Il primo appuntamento utile per scoprirlo è domenica, ore 15, stadio Mazza. C’è il Palermo, che ora appare tutto sommato battibile. Anche questo, in fin dei conti, forse è già quasi un miracolo.

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