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Spal, pallido derby a Modena: i biancazzurri giocano solo un tempo, il palo e Silvestri salvano Oddo

Lo 0-0 del Braglia non cambia la situazione di classifica. Domenica, contro il Perugia, è la partita dell’anno

Reti bianche, bianchissime. Il pallido derby emiliano al Braglia non è nemmeno la brutta copia di quello frizzante andato in onda all’andata e sul tabellone si stampa uno 0-0 più o meno inutile per tutti. Il quarto risultato ‘positivo’ di fila (almeno nel senso di una non-sconfitta) per i biancazzurri è un brodino leggerissimamente salato, che consente all’equipaggio guidato dal comandante Oddo quantomeno di non affogare definitivamente.

Ma la linea di galleggiamento è sempre più lontana. Specie perché anche le altre (in contemporanea è di scena il drammatico scontro tra Cosenza e Perugia) pareggiano tutte. Ad eccezione del Brescia che, con 24 ore di anticipo, si porta a casa addirittura tre punti, quelli sì succulenti, dallo Stretto. Insomma, classifica in una mano e calcolatrice nell’altra, la sensazione rimane quella di dover ripiegare uncinetti vari: qui c’è da picconare, e anche seriamente, per scalare una montagna sempre più ripida. E serve farlo in maniera sempre più rapida.

La Spal gioca il primo dei due tempi, il Modena l’altro. Nessuna delle due sfonda. E così tutto è rimandato, almeno a domenica prossima. Lo spettacolo è più sugli spalti che in campo, anche se Nainggolan da un lato e Ionita dall’altro cercano di giustificare il timbro del cartellino. Il belga è in forma: al 26’ spara alto al volo da fuori area e sessanta secondi dopo sfiora il gol con un tiro a giro. Quindi, al 37’, inventa l’assist per Moncini che di testa colpisce debolmente.

Ma al duplice fischio, gli uomini di Oddo si accomodano negli spogliatoi senza più far ritorno sul terreno di gioco. Il secondo tempo offensivo biancazzurro ha la stessa effervescenza di un matrimonio a Las Vegas. Giusto un flash, all’86’, di Moncini e nulla più. Nessuna pomposità, nessuna gioia. Una desolazione totale. Giocano i padroni di casa, che nel giro di un minuto piazzano lì un doppio infartino per i 1.300 e passa tifosi ferraresi.

Al terzo giro d’orologio, Ionita dai 25 metri fa partire un missile terra aria che si inchioda al palo. Trema il legno, trema tutto il popolo spallino. Poi sul calcio d’angolo successivo, sempre il moldavo gira al volo a botta sicura: sarebbe gol, ma l’ex Silvestri ‘salva’ Alfonso intercettando la conclusione. Il caro vecchio cuore biancazzurro torna buono quando serve. Almeno questo. E’ un gesto involontario, il salvataggio, ma comunque apprezzatissimo.

Il resto è un lungo monologo canarino, intervallato da un colpo a sorpresa di Oddo che al 68’ richiama accanto a sè La Mantia, Nainggolan e Dickmann. Un po’ come se Pioli, per vincere la sua stracittadina, sostituisse in un sol colpo Giroud, Leao e Theo. O Inzaghi facesse lo stesso con Lautaro, Barella e Dimarco. Esempi. Visto che questa pare essere la settimana dei derby, appunto. La mossa non paga, ma nemmeno fallisce. La squadra non sbanda ma non accelera. Tutto rimane fermo, invariato, pallido.

Come la classifica e, si presume, l’umore della truppa, salvata all’82’ da Alfonso su un colpo di testa ravvicinato di Diaw. Ora rimane solo l’ultimo appiglio: Perugia, domenica alle 16.15. Senza Meccariello (squalificato) e con il dubbio Arena (uscito malconcio). Senza possibilità di sbagliare. Senza, insomma, alcun tipo di appello. Sarà la partita dell’anno, quella con la ‘P’ maiuscola. P come Perugia, P come punti (tre magari). P, però, non come pallido. Come il derby del Braglia. Come la Spal dell’ennesimo secondo tempo non giocato.

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