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Verso Palermo, Alfonso stempera la tensione: "Noi più tranquilli. Tacopina assente? Mi dispiace"

Il portiere spallino ha fatto il punto sulla stagione, dai cambi di allenatore al rendimento della squadra

Palermo partita chiave? Certamente, ma come lo sono state anche quelle passate. Così Enrico Alfonso, ultimo baluardo difensivo, cerca di stemperare la tensione a 48 ore da un match che sa di ultimissima spiaggia per la Spal. Ma l’estremo difensore biancazzurro va anche oltre, analizzando l’annata (sua, dei compagni e degli allenatori), l’apporto della tecnologia, l’assenza di Tacopina e l’umore della truppa.

Alfonso, cosa può dire della stagione?
“Sono molto autocritico e molto umorale nel senso che la mia vita fuori dal campo va di pari passo con i risultati ottenuti, va da sé quindi che quest’anno non mi sono mai sentito soddisfatto e sereno perché la nostra classifica non è andata di pari passo con le aspettative della piazza e della società”.

A livello personale che giudizio si dà?
“Posso dire di essere soddisfatto, perché nonostante le difficoltà e gli acciacchi, credo di essere sempre riuscito a dare tutto quello che avevo da dare in quel momento. Essere qui per me è una grande soddisfazione ma anche una grande responsabilità. Sono venuto a Ferrara con la speranza di togliermi delle soddisfazioni e vivere da protagonista quella cavalcata che avevate compiuto con la promozione in Serie A e che io ho visto da spettatore a Cittadella, quando in quegli anni ero impegnato a disputare tanti playoff di Serie B”.

Annata difficile, questa. Ma, in fin dei conti, non molto diversa rispetto a quella passata.
“Ad inizio stagione parlando con Dickmann ci auguravamo solo di fare una stagione diversa e invece ci risiamo. L’anno scorso abbiamo fatto sette punti nelle ultime tre giornate quindi speriamo di ripeterci, guardiamo alle prossime partite con fiducia e speranza. Veniamo comunque da cinque risultati utili consecutivi e questo vuol dire che la voglia di provarci e di riuscirci c’è, nonostante tutti i nostri limiti”.

Tirando le somme, cosa è mancato alla Spal quest’anno?
“Direi quella cattiveria, malizia, ed esperienza che in certi frangenti del campionato sono fondamentali. Il carattere si fa fatica a cambiarlo, ognuno reagisce in modo diverso dopo un risultato negativo, ma spero vivamente che il finale di questa stagione sia positivo perché abbiamo una grande responsabilità anche nei confronti di una piazza che non è facile da trovare in giro”.

Però, guardando la rosa, si poteva sperare in qualcosa di meglio.
“Se guardo la rosa, le nostre prestazioni non combaciano con le potenzialità ed è normale che sia molto dispiaciuto e amareggiato per questo. Mancano ancora tre partite e dobbiamo guardare di partita in partita: è inutile promettere grandi cose, perché dobbiamo essere onesti e i fatti dicono che due vittorie di fila non le abbiamo mai fatte, ma andiamo a Palermo per disputare una grande prestazione, siamo vivi e ce la giochiamo, poi penseremo alle altre”.

Quanto ha influito il via vai di allenatori in panchina?
“I tanti cambi sicuramente non hanno aiutato: a inizio stagione con Venturato avevamo un certo modello di gioco, poi è arrivato De Rossi che aveva delle idee diverse ed ora ne abbiamo uno che propone un calcio simile a quello di Venturato. Ma è inutile guardare al passato. Adesso seguiamo Oddo e cerchiamo di portare in campo le sue idee e credo che qualcosa di buono si stia vedendo. Il mister ci chiede di giocare con tranquillità, in questo momento non è facile perché la palla pesa molto di più che a inizio stagione, ma Oddo è sempre stato positivo e ci ha trasmesso da subito grande fiducia.”

Palermo è un crocevia fondamentale?
“Da due mesi ci giochiamo partite della vita e abbiamo difficoltà a portare a casa il risultato. Contro il Brescia abbiamo preso un goal all’85’ che potevamo evitare, abbiamo sbagliato tanto in campo e capita che sbaglino anche gli arbitri, come è successo contro il Perugia. Dispiace che si sbagli anche con la tecnologia a disposizione, è stato un episodio chiave di questa stagione, ma lo è stato anche il goal subito contro il Brescia”.

Ora, poi, mancherà Nainggolan.
“L’assenza di Radja mancherà a livello di esperienza, di leadership e anche tecnica ma in qualche modo faremo, non abbiamo alternative, ci siamo sempre arrangiati altre volte e lo faremo anche questa volta, oggi cambia poco”.

Com’è l’umore della squadra?
“So che può sembrare assurdo ma penso che rispetto a chi ci sta davanti possiamo giocare con più tranquillità perché in questo momento è più facile rincorrere che essere rincorsi, quindi è arrivato il momento di fare ‘all-in’ e dare tutto quello che abbiamo. Certo, rosico tanto perché abbiamo ridato vita a squadre che erano morte e una formazione matura e di categoria certe partite le deve portare a casa, ma ripeto è inutile piangere sul latte versato”.

Ultima curiosità. I tifosi accusano il presidente di essere troppo assente. Lei cosa ne pensa?
“Il presidente sappiamo che è molto impegnato col suo lavoro da avvocato negli Stati Uniti. Mi farebbe piacere che fosse qui perché è una figura carismatica, ma in questo momento dobbiamo pensare solo alla prossima partita, tutto quello che ci circonda non conta. Certo, vorrei dargli una gioia ma questo vale indipendentemente dal fatto che ci sia o non ci sia”.

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