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Calcio

Spal, il mercato della discordia. Dall'ombra di Venturato a Kargbo sfumato, tutti i pensieri di De Rossi

Il mister duro dietro al microfono come era in campo: ecco perché è insoddisfatto delle trattative

Il mercato è finito. Ma gli strascichi no. Anzi, forse è proprio adesso che si gioca la vera partita. A sferrare il primo colpo è stato Daniele De Rossi che, nella conferenza stampa pre Spal-Bari, si è definito scontento della sessione invernale di contrattazioni. Dietro al microfono come (era) in campo, l’ex centrocampista è entrato in scivolata soprattutto sul comparto degli acquisti.

O, meglio, dei non acquisti. A monte della dura presa di posizione c’è un termine: soddisfazione. Secondo il ds Lupo, De Rossi ne sarebbe uscito così (soddisfatto, appunto) dalle ultime settimane di trattive in casa Spal. L’allenatore ha ribadito di esserlo in relazione ai giocatori a disposizione, ma non riguardo alle trattative. Fin qui, diciamocelo, sembrerebbe un semplice fraintendimento. Lupo ha parlato di soddisfazione generale, De Rossi è entrato più nel dettaglio. Ma sostanzialmente non ci sarebbe nulla di male. E invece no.

Perché il mister ha proseguito la sua analisi, definendo l'ultimo periodo come surreale. Ha parlato di una sorta di mancata intesa sugli obiettivi. Di giocatori voluti (vedi Kargbo, poi se ne parlerà) ma mai arrivati. E lo stesso allenatore ha, poi, ribadito che tali aspetti sono stati chiariti faccia a faccia con gli stessi dirigenti. A bordo campo, come era in mezzo al campo, dicevamo. Stessa grinta. Quella schiettezza e ferocia sportiva che ora lo hanno portato al primo vero scontro con la società.

Due aspetti. De Rossi ha evidenziato in maniera netta come il fatto di essere alle prime armi in panchina non debba in alcun modo far sì che non ci sia un confronto con la società. Non deve, in sostanza, farsi andar bene tutto. Onesto, giusto. Ma c’è anche un altro aspetto, più pratico. E risponde al nome di Kargbo, come dicevamo, attaccante richiesto e poi sfumato al fotofinish. Ed è il fatto che non si sia lavorato su un’alternativa, che non si sia andati di fatto a pescare fin nel profondo delle categorie un atleta con quelle caratteristiche, ad aver minato il giudizio finale del tecnico. 

Finita qui? Pare di no. Nei corridoi di via Copparo, sempre secondo De Rossi, sarebbe infatti ancora troppo forte l’impronta di Venturato. Ovvero, si darebbe la colpa all’ex tecnico di determinate scelte – dati alla mano poi rivelatesi sbagliate - compiute in passato (sempre in relazione a scelte tecniche, si intende). Colpa che lo stesso mister attuale, invece, non scarica sul suo predecessore. Anche se qui, francamente, ci sarebbe da aprire un altro capitolo. Perché il rendimento di taluni giocatori parla, purtroppo, da solo. Ma tralasciamo.

Insomma, una conferenza che doveva risultare la classica sfilza di frasi fatte si è rivelata, invece, tutt’altro. Sul mondo biancazzurro si è scagliato un vero e proprio fulmine. Non proprio a ciel sereno, perché la posizione in classifica non è da sole pieno, ma quasi. Una saetta lanciata a mercato appena chiuso che rischia di provocare un temporale di proporzioni epiche. O forse no. Perché con la stessa franchezza di sempre De Rossi ha poi liquidato il tutto tornando a parlare di calcio giocato e di obiettivi futuri, confessando che la questione è morta e sepolta con la chiusura del mercato e con Joe il rapporto è ottimo. Ci si crede, ci mancherebbe, ma le parole scandite dietro al microfono sono state dure, durissime, come – e forse più – delle sue proverbiali scivolate in campo.

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