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San Valentino: chi è il beato degli innamorati?

Dai riti pagani ai poemi d'amore. Storia e origini di San Valentino, protettore degli innamorati dal 1644.

Il 14 febbraio, si celebra San Valentino, il patrono di tutti gli innamorati. Una ricorrenza che, dai cinici di tutto il mondo, viene identificata come "la festa inventata dai fioristi e dai venditori di cioccolatini". In realtà, non c'è convizione o maldicenza più errata. La festa di San Valentino, infatti, è molto più antica di quanto si possa pensare. Ma qual è la vera storia di San Valentino?


L'origine
La festività prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino da Terni e venne istituita nel 496 d.C. da papa Gelasio I, andando a sostituirsi al precedente rito pagano in onore del dio Fauno Luperco e di Giunone (lupercalia),  e con ogni probabilità cristianizzare il “rito per la fertilità”.
Per gli antichi romani, il mese di febbraio era il tempo di morte e rinascita della natura, alla sovversione delle regole e alla distruzione dell'ordine per permettere al mondo e alla società di purificarsi e rinascere. Sin dal quarto secolo a.C., per l'appunto, a metà mese avevano inizio le celebrazioni dei Lupercali, al fine di tenere lontano i lupi dai campi coltivati. I sacerdoti di questo ordine entravano nella grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo, e in questi luoghi compivano sacrifici propiziatori. Contemporaneamente, lungo le strade della città veniva sparso il sangue di alcuni animali. I nomi di uomini e donne che adoravano questo Dio venivano inseriti in un’urna e poi mischiati; quindi un bambino estraeva i nomi di alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità, affinché il rito della fertilità fosse concluso.
Questi riti, si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati apertamente in contrasto con la visione cristiana dell’amore. Per mettere fine a questa licenziosa pratica, si trovò un santo degli innamorati e il pontefice decretò che venisse seguito il culto di San Valentino. Per “battezzare” la festa dell’amore, papa Gelasio I decise di spostarla al giorno precedente, corrispondente alla data del suo martirio (14 febbraio).

Il Santo
Come mai si optò proprio per questa figura? San Valentino, nato a Interamna Nahars, l’attuale Terni, nel 176 d.C. e morto a Roma il 14 febbraio 273, era un vescovo romano che era stato martirizzato. Appartenente a una famiglia patrizia, divenne vescovo a soli 21 anni. Durante una sua visita a Roma, fu invitato dall’Imperatore Claudio II ad abiurare la propria fede, ma Valentino rifiutò di farlo, anzi, cercò di convertire al cristianesimo l’imperatore stesso. Claudio II si arrabbiò moltissimo, ma lo graziò dalla prigionia e dall’esecuzione capitale, forse per le sue origini patrizie, e lo affidò a una nobile famiglia della città.
La sua popolarità continuò a crescere negli anni e il vescovo era molto amato dalla popolazione. Probabilmente per questo motivo, venne arrestato una seconda volta sotto l’Imperatore Aureliano durante le sue persecuzioni contro i cristiani. Fu decapitato il 14 febbraio 273, a 97 anni e le sue spoglie vennero sepolte sulla collina di Terni e ancora oggi si trovano nella basilica costruita in quel punto. Dedicò la vita alla comunità cristiana e alla città di Terni dove infuriavano le persecuzioni contro i seguaci di Gesù. Fu consacrato vescovo della città nel 197 da papa San Feliciano, poi divenne il protettore dell’amore in tutto il mondo.

Alla diffusione della festa di San Valentino, soprattutto in Francia e in Inghilterra, contribuirono i benedettini, attraverso i loro numerosi monasteri, essendo stati affidatari della basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo.

Le leggende e l'amore
È considerato il patrono degli innamorati poiché la leggenda narra che fu il primo religioso che celebrò l’unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana, e per questo sarebbe stato giustiziato. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata. E i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva. A chiudere il cerchio della tragedia sarebbe poi intervenuto il martirio del celebrante.
Secondo altre ricostruzioni, un giorno San Valentino sentì passare, vicino al suo giardino, due giovani fidanzati che stavano litigando. Allora andò loro incontro con in mano una rosa e gliela donò, pregandoli di riconciliarsi stringendo insieme il gambo della stessa, facendo attenzione a non pungersi e pregando affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore.
La loro storia d’amore proseguì e qualche tempo dopo chiesero la benedizione del loro matrimonio. E quando la storia si diffuse, molti decisero di andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese, poi la data è stata ristretta solo a febbraio, perché in quel giorno nel 273 San Valentino morì.
Altra leggenda, invece, vuole che il santo abbia donato a una fanciulla povera una somma di denaro necessaria come dote per il suo sposalizio, che altrimenti non si sarebbe potuto celebrare, esponendo la ragazza, priva di sostanze e di altro sostegno, al rischio della perdizione. Il generoso dono – frutto di amore e finalizzato all’amore – avrebbe dunque creato la tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.

In letteratura
Le testimonianze relative a questa festa legata all’amore sono molteplici. Una delle tesi più note è che l’interpretazione di san Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel poema “Parlamento degli Uccelli”, scritto durante un soggiorno in Italia. Per la prima volta, in un'opera scritta nel XIV secolo, Valentino è stato chiamato a sovrintendere a una relazione d'amore, quella tra Riccardo II d'Inghilterra ed Anna di Boemia.

Pur rimanendo incerta l’evoluzione della ricorrenza, ci sono alcuni riferimenti storici che fanno ritenere che la giornata di san Valentino fosse dedicata agli innamorati già dai primi secoli del II millennio. Fra questi c’è la fondazione a Parigi, il 14 febbraio 1400, dell'”Alto Tribunale dell’Amore”, un’istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore, i tradimenti, e la violenza contro le donne. I giudici venivano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore.
La più antica “Valentina” di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415). Carlo si rivolge a sua moglie (la seconda, Bonne di Armagnac) con le parole: Je suis desja d’amour tanné, ma tres doulce Valentinée….

Successivamente, nell’Amleto di Shakespeare (1601), durante la scena della pazzia di Ofelia (scena V dell’atto IV) la fanciulla canta vaneggiando: “Domani è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina”.
Inoltre, alla metà di febbraio si riscontrano i primi segni di risveglio della natura; nel Medioevo, specialmente in Francia e Inghilterra, si riteneva che in quella data cominciasse l’accoppiamento degli uccelli e quindi l’evento si prestava a essere considerato la festa degli innamorati. Considerando la sua collocazione in calendario, la ricorrenza, inoltre, ha ispirato vari motti e proverbi “Per San Valentino fiorisce lo spino”, “Per San Valentino la primavera sta vicino” e “A San Valentino ogni “Valentino” sceglie la sua “Valentina” (detto piuttosto antico)”.
Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di san Valentino è lo scambio di valentine, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico (la colomba, l’immagine di Cupido con arco e frecce, e così via). A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza. La Greeting Card Association ha stimato che ogni anno vengano spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, per biglietti acquistati e spediti, dopo il Natale.

Già alla metà del XIX secolo negli Stati Uniti alcuni imprenditori come Esther Howland (1828-1904) cominciarono a produrre biglietti di san Valentino su scala industriale; a sua volta, la Howland si ispirò a una tradizione antecedente originaria del Regno Unito. Fu proprio la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Questo processo continuò nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. La tradizione dei biglietti amorosi cominciò a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli.

San Valentino: altri significati della "amata" ricorrenza
Oltre a essere patrono degli innamorati, San Valentino è considerato protettore degli epilettici. Questo si deve ad un’antica credenza medievale, d’origine tedesca, dovuta alla semplice assonanza del nome del Santo (in tedesco “Valentin” si pronuncia “Falentin”) con il verbo “fallen” (cadere). In passato ebbe origine una festa che si teneva il 14 febbraio dove veniva impartita al Santuario delle “Sette Chiese” di Monselice (Padova) la “benedizione di San Valentino” che avrebbe dovuto proteggere i bambini dalla sindrome del “mal caduto” (epilessia, nota anche come “male di San Valentino”).
L’epilessia è una malattia neurologica che si manifesta sotto forma di crisi improvvise, transitorie e di varia intensità (fino anche alla perdita di coscienza) che dipendono da un’alterazione della funzionalità dei neuroni. In Italia la ricorrenza è ricordata ogni anno dalla Lice (Lega italiana contro l’epilessia) l’associazione professionale dei medici epilettologi.

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