Gasolio non conforme al distributore di carburante, scoperto dalla Guardia di Finanza un caso di frode
Dall'inizio dell'anno le Fiamme Gialle hanno portato a termine 120 controlli, riscontrando 8 violazioni
Centoventi controlli nei distributori delle arterie del territorio, con otto violazioni e un caso di frode. E’ questo, in sintesi, il resoconto del lavoro che il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara ha portato avanti dall’inizio dell’anno in relazione al controllo sulla vendita dei carburanti. Il tutto per verificare l’esistenza di eventuali manovre speculative e la corretta comunicazione dei prezzi praticati.
Come detto, da gennaio ad oggi sono state effettuate 120 verifiche nei distributori stradali: in questo contesto sono state accertate 8 violazioni per l’omessa comunicazione al Ministero delle Imprese dei prezzi praticati. L’attività di polizia economico-finanziaria (originata dalle analisi elaborate dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza attraverso specifici piani di azione e piani coordinati d’intervento) si è concentrata sulla posizione di quei gestori di stazioni di servizio che non avevano provveduto a inviare al Ministero delle Imprese le previste comunicazioni telematiche.
Notizie, tra l’altro, rese poi pubbliche sull’Osservaprezzi carburanti: un sistema che consente di mappare, anche per area geografica, gli impianti esistenti su una determinata provincia e i prezzi praticati con riferimento all’ultima segnalazione inviata. E, tra queste, è emersa una situazione terminata con l’ipotesi di frode.
Nel corso di un controllo di un distributore stradale della provincia è stata rilevata, per il gasolio, la ‘non conformità’ ai requisiti specifici previsti dalla normativa in termini di sicurezza e qualità del prodotto. La verifica ha consentito di accertare l’avvenuta erogazione di carburante non conforme in relazione al cosiddetto punto di infiammabilità (valore che corrisponde alla temperatura più bassa dove si formano vapori che danno luogo alla combustione).
In particolare, il più basso valore di infiammabilità riscontrato (50 gradi, contro i 55 previsti), pur non generando da subito anomalie di funzionamento ai motori delle autovetture, può manifestare, nell’uso prolungato, effetti negativi. Inoltre, può accrescere le emissioni di gas di scarico oltre i normali limiti previsti dalle normative europee a tutela dell’ambiente. La difformità riscontrata è stata poi confermata a seguito di complesse analisi chimico-fisiche effettuate presso i laboratori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La situazione riscontrata è stata così segnalata all’autorità giudiziaria per l’ipotesi di reato di frode in commercio.
Prosegue, dunque, il presidio economico-finanziario da parte della Guardia di Finanza nel comparto dei controlli sulla circolazione e commercializzazione dei carburanti, finalizzata ad accertare non solo l’assenza di manovre speculative sulla distribuzione al dettaglio e il corretto assolvimento degli obblighi fiscali, ma anche il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione e la qualità dei prodotti venduti.