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Il caso / Comacchio

Coppia di turisti rimane intossicata dopo aver mangiato alcuni funghi raccolti nel giardino di casa

I due soggetti si sono recati al Pronto soccorso dove l'ispettore micologo ha saputo trovare la cura giusta

Hanno mangiato dei funghi non commestibili, rimanendone intossicati. Hanno rischiato grosso due turisti lombardi che, in vacanza nei lidi comacchiesi durante il ‘ponte’ di Ognissanti, hanno raccolto alcuni funghi dal giardino della propria abitazione e li hanno cucinati.

Poi li hanno tranquillamente mangiati, sicuri di non rischiare nulla, in quanto avevano chiesto il parere di un amico. Una leggerezza, se vogliamo chiamarla così, che poteva costare caro. Ma che, alla fine, si è conclusa senza gravi conseguenze.

La coppia, infatti, si è recata all’ospedale del Delta dove, dopo un consulto con l’ispettore micologo, è stata prontamente curata. Ad agevolare il tutto è stato il fatto che lo specialista, attivato dal pronto soccorso, ha potuto visionare di persona i funghi in questione (che i turisti avevano portato con loro, in quanto insospettiti che la causa del malessere dipendesse proprio da quel ‘cibo’).

Il Dipartimento di sanità pubblica della Ausl, nella persona della direttrice Clelia De Sisti, invita tutti i cittadini a “fare particolare attenzione alla consumazione di funghi raccolti direttamente perché uno su tre è tossico o non commestibile. Per evitare intossicazioni anche letali, è bene far ispezionare il proprio raccolto agli esperti in quanto non esistono altre metodiche”.

Oltre ai controlli che danno esito ‘tossico’ o ‘non commestibile’, è frequente anche che i micologi rilascino una certificazione di funghi alterati, e quindi comunque da non consumare perché raccolti o conservati in modo inadeguato. Tra l’altro, le consulenze dell’ispettore micologo sono gratuite (è possibile contattarlo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 10).

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