Tra storia e cinema, in città le riprese del primo viaggio diplomatico giapponese in Europa
La vicenda relativa all’accoglienza degli Estensi verrà raccontata in un libro e in un dvd
A distanza di quasi cinque secoli una troupe giapponese sta raccontando la prima missione diplomatica del Paese del Sol Levante in Europa. È la storia della celebre ambasciata Tensho, approdata anche a Ferrara. Era il 1585: ora l’editore giapponese Kamakura Shunju-Sha del presidente Genjiro Ito (presente in città in questi giorni) la racconterà in un libro e in un Dvd, di prossima uscita. La produzione e gli operatori sono arrivati lunedì e hanno avviato le riprese.
“Il passato della nostra città e il patrimonio che possiede - ha sottolineato l’assessore al Turismo, Matteo Fornasini - rappresentano un connubio unico sia per i set cinematografici sia per documentari che, come questo, ripercorrono momenti fondamentali della storia universale e sono continua fonte attrattiva a livello internazionale”.
Il viaggio procederà secondo l’ordine cronologico rispettato dalla storica missione diplomatica, con Ferrara location particolare: nella nostra città, infatti, si è scritta una delle pagine più importanti relativa alla missione, ovvero quella riguardante l’accoglienza degli inviati giapponesi presso la corte di Alfonso II d’Este e Margherita di Gonzaga nel giugno 1585, ospitalità di cui godettero nel viaggio di ritorno da Roma. La missione ha lasciato diverse memorie manoscritte, libri, documenti e testimonianze, utilizzate dagli autori come fonti per ricostruire il viaggio dell’ambasceria accolta dal duca. Immagini che gli operatori cercheranno di ricostruire anche in video.
In quel 1585 Alfonso II si recò di persona nel cortile del suo Castello per dare il benvenuto e offrire ospitalità ai giovani delegati nipponici: l’appena dodicenne Ito Sukemasu Chijiwa Seizaemon, Nakaura Giuliano, e Hara Martino. Durante la permanenza presso il Castello Estense i messi incontrarono anche Margherita Gonzaga, la quale offrì spettacoli di danze e musica in onore degli ospiti. Nei giorni successivi al loro arrivo, i giovani furono condotti in Duomo per la messa e a visitare altre chiese del territorio, tra cui quella di Santa Maria in Vado.