Il futuro delle sedi delle associazioni del territorio è incerto, Comune ed enti cercano l'intesa
Esponenti di varie realtà ferraresi hanno manifestato la propria perplessità per la situazione
Da un lato il tentativo dell'Amministrazione, attraverso la voce dell'assessora comunale al Patrimonio Angela Travagli, di rassicurare le realtà associative, dall'altro il sentimento di preoccupazione diffuso fra i vari rappresentanti presenti in Municipio sul futuro delle relative sedi. Si è discusso degli spazi degli enti del terzo settore, nel corso della seduta pomeridiana della Prima Commissione consiliare di giovedì. Un appuntamento molto partecipato per via della situazione di incertezza che coinvolge diverse realtà di volontariato.
"Siamo di fronte - ha sottolineato la componente della Giunta - a una situazione per cui il patrimonio era ed è abbastanza degradato e bisognoso di importanti interventi nel territorio, a partire dalle frazioni, con cui è stato vinto il bando Pnrr. E il recupero di questi spazi potrà essere dedicato al terzo settore che quotidianamente chiede sedi. Quindi i beni del patrimonio di Ferrara, per chi ha dei progetti importanti per i cittadini e per la comunità, è giusto che vengano dati in concessione. Non ci siamo trovati davanti a un patrimonio così pronto all'uso, in termini di sicurezza e di accessibilità. Quindi le richieste sono tantissime, ma non abbiamo questa miriade di spazi con tutte le caratteristiche rispetto alle richieste che ci vengono fatte".
L'assessora si è poi soffermata sul fatto che ha "trovato un tessuto associativo molto bene aggregato", e sul fatto che "ci sono zone della città che subiranno in positivo una generazione urbana". Nel dettaglio, "una parte è sicuramente la zona di San Giorgio, per una parte di bando Pnrr che riguarda le Mura cittadine", mentre sull'area di viale Alfonso I d'Este è prevista la realizzazione di "un Polo musicale". Su "San Giorgio, stiamo ultimando il progetto per rigenerare completamente spazi che sono in via Ferrariola."
Un riferimento "al Centro servizi volontariato, al quale era scaduta la concessione nel 2019, e in quel periodo particolare non ci abbiamo pensato due volte a rinnovare la concessione. Concessione che è scaduta il 31 dicembre 2022, e ci è stato chiesto il rinnovo. Ho chiesto degli appuntamenti per un'interlocuzione perché si presentava un segno di debolezza in corso Isonzo per costi energetici alle stelle e carenza di volontari e di anziani. Siccome il lavoro del Csv è particolarmente prezioso, mi sono rivolta a loro per capire se potevamo insediare il Csv e il coordinamento delle associazioni in un luogo che poteva essere strategico. E' stato ritenuto un po' troppo grande da gestire, così ho chiesto un altro incontro per un altro luogo, che è Foro Boario. Nessuno sfratta nessuno, è partita un'interlocuzione".
Sul tema dei centri sociali, "la maggior parte sono tenuti benissimo per lo spirito d'aggregazione, abbiamo due anelli di debolezza. Uno è corso Isonzo di cui dicevo prima, e l'altro è il centro 'La Resistenza'. Una debolezza sia per quanto riguarda la gestione, sia perché ci sono dei manufatti inagibili, non c'è ordine, e di conseguenza crediamo di rigenerare quel luogo che di fatto è nel centro storico, e di portarlo a una sua valorizzazione patrimoniale. Di conseguenza, per evitare un processo di decadenza, crediamo che non abbia tutte le caratteristiche previste dal progetto di Ancescao dal 2014. Ci sono degli interventi pesanti che né Ancescao né l'Aps sono in grado di sostenere. E credo che ai cittadini vada restituito in pieno centro un ambiente in sicurezza".
Fra gli interventi degli ospiti che si sono susseguiti, Laura Roncagli del Csv, ha sottolineato che "siamo all'interno di questa casa da 10 anni, è stata fatto richiesta di rinnovo con tempi congrui, chiedendo il motivo che portava questa Amministrazione a sottrarre la Casa del volontariato, una realtà importantissima del nostro territorio a quei cittadini attivi della nostra comunità che s'incontrano, che sviluppano progetti, che fanno azioni a supporto anche dell'Amministrazione. Non ci è stata data la motivazione. Il nostro spazio è funzionale al nostro bisogno, noi facciamo regolarmente formazione alla sicurezza e all'antincendio. La Casa del volontariato è molto partecipata da tante associazioni che non sono mai state ascoltate. Un dispiacere che vivono le nostre realtà associative. E' vero che il caro energie ha colpito tutte, e queste associazioni non avranno solo il problema di capire dove andranno, dovranno anche chiedere il cambio sede".
Milvia Migliari, presidente di Ancescao, ha aggiunto che "noi abbiamo in essere una concessione con il Comune di Ferrara, su delibera del 2014, stipulata nel 2015. Per quanto riguarda l'immobile di corso Isonzo, la situazione è difficile per i costi energetici alti e per le spese che quel fabbricato comporta. Per quanto riguarda 'La Resistenza', questa associazione che è rimasta chiusa due anni per la pandemia e lo scorso anno ha ripreso le proprie attività. Credo che ci sia la testimonianza di tanti cittadini su quanto di propositivo stanno facendo questi ragazzi e il direttivo".
Da lì, la richiesta di "poter proseguire attività e iniziative che erano già state concordate e che sono tuttora in fase di esecuzione e che dovrebbero terminare nel luglio del 2023. Era stato chiesto, una volta sistemato quel fabbricato, la possibilità per 'La Resistenza' di rientrare in quei locali, dove vi risiede da 35 anni. Il rifiuto di questa possibilità ci pone nell'esigenza di chiedere quale sia il riutilizzo di pubblico interesse e la futura destinazione di pubblica utilità del fabbricato di via Resistenza perché così è contemplato nella concessione del 2015". La presidente di Ancescao ha evidenziato l'innegabuilità che "quel fabbricato abbia bisogno di lavori di ristrutturazione", e che "i tecnici comunali che hanno effettuato l'ultimo sopralluogo non hanno individuato delle situazioni così spaventose". A questo proposito, il presidente del centro di promozione sociale 'La Resistenza' Francesco Ganzaroli ha aggiunto che nell'ultimo incontro con l'Amministrazione "è emersa una sostanziale non conoscenza delle attività svolte".