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Caso Resistenza / Centro Storico / Via della Resistenza

Centro sociale 'La Resistenza', Fabbri: "Degrado, risse e spaccio. Così hanno violato la convenzione"

Il primo cittadino ha raccolto l'istanza di alcuni residenti e ha chiarito il futuro della realtà aggregativa

Risse, degrado, spaccio, siringhe per terra, urla e schiamazzi notturni, lancio di vetri e bottiglie anche nella vicina scuola, persone che dormono e bivaccano in locali comunali. È quanto ha segnalato mercoledì al sindaco, Alan Fabbri, una delegazione di residenti della zona del centro sociale ‘La Resistenza’.

Secondo quanto si apprende, i residenti hanno raccontato di aver contattato il 113 anche la scorsa notte. Il primo cittadino ha accolto gli abitanti del quartiere (che si sono detti “esausti”) manifestando loro la propria “ferma intenzione di provvedere a una soluzione per far rispettare la convenzione in essere, palesemente e troppo a lungo disattesa, e per ridare decoro a spazi comunali, tranquillità ai cittadini e sicurezza all’intera area”.

“Il centro sociale La Resistenza – ha proseguito il primo cittadino - fa parte di una concessione amministrativa deliberata nel 2015 ad Ancescao. Dopo sopralluoghi e incontri, alla presenza dei tecnici del Comune e dell'assessore competente, si è appreso che l'attività che attualmente si svolge non è rivolta agli anziani; è stata anche rilevata la presenza di manufatti e opere straordinarie non comunicate e negli anni non è mai stata fatta nessuna pratica edilizia per manutenzione o ristrutturazione del fabbricato. Un manufatto, in particolare, risulta inagibile e pericolante”.

Da qui, dunque, la questione diventa prettamente politica: “Non mi fermeranno le strumentalizzazioni di certa parte dell’opposizione – ha incalzato Fabbri - composta anche da chi, da vecchio amministratore, per anni ha lasciato inascoltati gli appelli dei residenti, e che oggi lancia fantomatici appelli nel tentativo di coprire comportamenti inaccettabili. Penso che non ci debba essere nessuna questione politica di mezzo, qui si tratta solo di far rispettare le regole, di tutelare la sicurezza e la tranquillità di un quartiere e di qualificare le attività che vengono realizzate in un immobile comunale, quindi pubblico”.

Fine, dunque, della concessione. E qui il sindaco è categorico: “Lo stop alla concessione sarà l’occasione per disporre dei locali per realizzare quei lavori interni da troppo tempo necessari e troppo a lungo attesi – ha concluso -. Se gli attuali concessionari intenderanno tornare a gestire locali pubblici, evidentemente non quelli di via della Resistenza, potranno candidare una loro proposta progettuale. A quel punto concorreranno con le altre proposte che saranno presentate e quella più di valore sarà scelta trasparentemente”.

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