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Sanità

Nonna in Pronto soccorso per 36 ore, denuncia social della nipote influencer: "Poi finalmente il posto letto"

La giovane specifica di aver parlato con Bonaccini e Fabbri ma di non aver ricevuto corsie preferenziali

Poco meno di due giorni stesa al pronto soccorso, a 83 anni, a causa di un’ischemia, senza poter essere ricoverata in reparto. Poi la nipote influencer decide di usare le sue ‘armi’, i social, per sbloccare la situazione. E così, per l’anziana nonna finalmente un posto in Geriatria lo si trova.

La vicenda, paradossale e figlia dei tempi moderni, inizia domenica sera intorno all’ora di cena. La signora si sente male e arriva al Pronto soccorso di Cona, ma deve attendere. A metà della notte il primo consulto, ma serve approfondire l’indagine. Intanto, però, il tempo passa, arriva il freddo e la fame. Ma passa anche la notte, con i familiari che rimangono sempre nei paraggi.

Passa poi anche la giornata di lunedì. Allo scadere delle 24 ore dall’ingresso nella struttura di Cona, sembra che si sia trovato un posto. E’ un’illusione che, però, fa propendere i parenti per un ritorno a casa. In realtà, martedì mattina l’83enne è ancora in Pronto soccorso. Così interviene la nipote, Lucrezia Mistroni, che grazie agli oltre 97mila seguaci su Instagram rende pubblica la vicenda praticamente in tempo reale.

Ma non solo. Lucrezia va oltre e contatta sia il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, sia il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri. Quindi, come detto, il lieto fine. La stessa influencer, sempre tramite i social, ringrazia gli amministratori ma sottolinea che per la nonna non è stata aperta nessuna corsia preferenziale (“altrimenti mia nonna non sarebbe rimasta 36 ore, con un’ischemia, senza cibo, in Pronto soccorso” scrive sui social).

Anche l’ospedale conferma che gli ingressi avvengono solo a seconda dei posti letto disponibili e della gravità dei pazienti. Intanto, però, arrivano le prime reazioni politiche. A cominciare da Chiara Scaramagli, coordinatrice comunale Fratelli d’Italia: “La sanità emiliano-romagnola – commenta - non sembra godere di buona salute. Il problema della carenza dei medici andrebbe risolto a monte, attraverso l’eliminazione del numero chiuso delle facoltà di Medicina, introducendo piuttosto un sistema di ‘selezione’ durante il primo anno di Università”.

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