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Cinema

Una prospettiva inedita sui drammi della prima guerra mondiale prende forma sul set de 'Il soldato senza nome'

A palazzo Roverella proseguono le riprese del film interpretato da Stefano Muroni e diretto da Claudio Ripalti

Nel mosaico dei luoghi dell'Emilia-Romagna funzionali alla narrazione de 'Il soldato senza nome', trova il suo spazio anche palazzo Roverella. La produzione cinematografica targata Controluce ha dapprima girato alcune sequenze del film, scritto da Stefano Muroni e diretto da Claudio Ripalti, a Reggio Emilia. In seguito la troupe si è spostata nel territorio estense. A Villa Mensa, nel complesso munumentale di Sabbioncello San Vittore, è stato ricostruito l'ospedale militare neurologico dove lavorava il medico Gaetano Boschi. La struttura originaria invece si trova nel luogo dove è presente la 'Città del ragazzo'.

Le telecamere della troupe si sono quindi spostate a palazzo Roverella, diventato il set dove rappresentare alcune scene legate al confronto che il medico realmente esistito Gaetano Boschi ebbe con i colleghi del suo Ordine. Un intervento appassionato che, in un certo senso, divise la comunità scientifica fra conservatori e progressisti.

"La figura di Boschi - spiega il regista Claudio Ripalti - si confronta con i medici del tempo per illustrare il suo progetto legato a Villa del Seminario. Il medico è uno fra i primi a rendersi conto che gli effetti dei traumi vissuti dai soldati reduci dalla guerra non erano riconducibili alle psicosi conosciute fino a prima. E anticipa quello che tempo dopo verrà diagnosticato come disturbo da stress post-traumatico".

Claudio Ripalti, regista de 'Il soldato senza nome'

Nel frattempo, palazzo Roverella fa da cornice a momenti di quotidianità delle autorità militari, scientifiche e religiose dell'inizio del Novecento. "Un palazzo ben conservato - ha continuato il regista Ripalti - e che presenta un'importante architettura e degli eleganti arredamenti. Noi abbiamo girato sia nel Salone d'onore che in un paio di stanze più piccole. C'è stata una scena con il personaggio immaginario del direttore del manicomio Brighenti. E ne è prevista un'altra con Stefano Muroni, che interpreta il soldato semplice Ferruccio Mambrin".   

Fra abiti d'epoca come uniformi militari e camicie di forza adoperate per contenere i soldati traumatizzati dalla guerra e sconvolti psichicamente, il racconto dei drammi legati alla prima guerra mondiale segue appunto le vicende del personaggio fittizio di Ferruccio Manfrin. Il militare, interpretato dall'attore Stefano Muroni, fuggito dalle retrovie del fronte, tenta nella fuga della malattia mentale una disperata forma di salvezza.

Un momento di pausa delle riprese de 'Il soldato senza nome'

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