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Pronto soccorso, Scaramagli (FdI): "La soluzione è assumere personale sanitario, non basta riorganizzare"

La coordinatrice comunale di Fratelli d'Italia auspica che l'apertura di ambulatori a bassa complessità non porti al depotenziamento degli ospedali territoriali

"L'Ambulatorio a bassa complessità presso la Cittadella della Salute in corso Giovecca è attivo da pochi mesi ed ecco giungere la notizia dell'apertura di un nuovo Centro di assistenza urgenza". A parlare è Chiara Scaramagli, coordinatrice comunale di Fratelli d'Italia Ferrara, intervenuta ancora sul tema in seguito alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria che si è svolta nella giornata di martedì. L'esponente politica ha sottolineato come l'apertura di un nuovo Centro di assistenza possa generare molta confusione tra l'utenza, in relazione al fatto che "il Cau tratta problemi di bassa complessità esattamente come l'Abc, quindi non si comprende se il Cau sostituirà l'Abc o sarà semplicemente un suo duplicato (in tal caso diventerà difficile per i cittadini capire a quale ambulatorio rivolgersi). E molta confusione si può creare anche relativamente ai numeri telefonici da chiamare: 116117, 118 o 112? Un anziano è in gradi di ricordarsi e di capire quale numero chiamare?".

Ma la domanda più importante che Scaramagli rivolge all'assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna è: "La Giunta regionale pensa di poter risolvere il problema della Sanità, delle code nei Pronto soccorso e delle lunghe liste di attesa per visite mediche aprendo ambulatori a bassa complessità? O forse queste problematiche si possono risolvere assumendo personale sanitario, come da tempo Fratelli d'Italia sta sollecitando? Infatti si possono aprire ambulatori all'infinito ma se non c'è personale sanitario al loro interno si rischia non solo di non erogare servizi alla Comunità ma anche di spendere soldi inutilmente senza arrivare a una soluzione. E non serve distribuire il personale esistente e costringerlo a ulteriori turni di lavoro".

La coordinatrice di Fratelli d'Italia ha aggiunto che "il problema delle spese sanitarie in Emilia Romagna comunque è ormai noto così come il fallimento delle politiche sanitarie della Giunta Bonaccini, a rischio commissariamento. Negli ultimi anni forse si è data più importanza all'assunzione di figure manageriali pagate profumatamente piuttosto che alle prestazioni sanitarie necessarie per i cittadini. Saranno queste figure manageriali a ridurre le liste di attesa per le visite mediche e a eliminare le code nei Ps o forse l'assunzione di personale medico che pare non essere nelle priorità della Giunta? Si auspica vivamente che l'apertura di questi ambulatori a bassa complessità non sia l'inizio di un'operazione di chiusura o depotenziamento degli ospedali territoriali (nel nostro caso il 'Sant'Anna' di Cona)".

Scaramagli ha concluso che "gli Assessori Donini e Calvano avrebbero smentito le voci relative al bilancio in rosso della Regione, dichiarando che i conti del 2022 si sono chiusi in pareggio e sono consapevoli della carenza di medici. Quindi attendiamo con urgenza lo sblocco delle assunzioni del personale sanitario, unica soluzione in grado di risolvere la grave malattia di cui sta soffrendo la Sanità emiliano-romagnola".

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