La musica, il lockdown, gli studi: Sarah racconta la sua ricerca espressiva
La cantautrice ferrarese aprirà il concerto di Rosa Chemical e Finesse
La quotidianità come luogo in cui si annida l'ispirazione per scrivere un testo, i progetti che partono, i cantieri che si fermano. E poi il rapporto fra l'elemento emozionale, al cuore del proprio lavoro, e quello razionale nella scelta di come investire tempo ed energie. In tempi di post-pandemia, la ricerca espressiva dei giovani artisti che provano a veicolare i loro sogni disegna un percorso dove la linearità, già fisiologicamente irregolare della sfera artistica, si misura con le fermate e le ripartenze.
Se precarietà e incertezza verso il futuro tracciano un quadro poco rassicurante, come contraltare sullo sfondo c'è tuttavia una passione destinata a non spegnersi. Una passione per la musica che nel caso della ventiduenne cantautrice ferrarese Sara Bonamici, in arte Sarah, permane pur inducendo a rivedere periodicamente la priorità dei piani A e B.
E a dosare le forze fra la realizzazione di un progetto proprio, la collaborazione ad alcuni altrui e l'impegno negli studi. Di questi temi abbiamo discusso con lei, alle prese con un evento musicale il 26 agosto all'Arena Parco del ricordo di Poggio Renatico. Intorno alle 21, infatti, aprirà infatti il concerto del cantautore Rosa Chemical e del produttore Finesse.
Come nasce la partecipazione all'appuntamento a Poggio Renatico?
"In un certo senso nasce come occasione di ripartenza, considerando che la mia ultima esibizione dal vivo su un palco è del giugno del 2021, a Ravenna. Così, sono stata contattata dall'Amministrazione di Poggio Renatico per aprire il concerto di Finesse e Rosa Chemical. Un appuntamento, i cui biglietti sono disponibili su Vivaticket, dove la mia esibizione è legata anche al target di età del pubblico".
Quali brani sono previsti nel corso dell'esibizione?
"Io comincerò intorno alle 21, mentre il concerto di Rosa Chemical e Finesse è previsto alle 21.30. Ci sarà spazio per 'Noia', il singolo uscito nella versione videoclip nel 2021 che ruota intorno alla corsa sfrenata a pubblicare storie sui social network, suscitando negli altri una sorta di senso di esclusione. Poi ci saranno altri due brani dall'album e un paio di cover".
La canzone 'Noia' è del 2021. Cosa succede nelle pause fra un progetto e l'altro?
"Ho continuato a pubblicare cover di alcuni brani famosi, sviluppando una sorta di format con una mia strofa di risposta alla canzone, suonata da me al pianoforte. Non ho smesso di scrivere testi di genere pop, anche per altri artisti locali e stranieri, dedicandomi inoltre a collaborazioni nella registrazione di cori".
Il periodo pandemico quanto ha acutizzato la situazione di precarietà di chi tenta di coltivare professionalmente la propria passione per la musica?
"Premettendo che non tendo a fare discorsi negativi o a usare il tema del Covid come alibi, non posso dire di avere vissuto bene il periodo. Nella fase dell'isolamento sono stati logicamente cancellati gli appuntamenti dal vivo. Una volta terminata la pandemia, il mercato dei live è cambiato. I dj set sono notevolmente più richiesti della musica dal vivo, e con la ripresa dei concerti perfino i grandi nomi si contendono le piccole piazze".
Quale riflessione trarre, dunque, da una situazione profondamente segnata dall'incertezza?
"Che è necessario essere realisti e tenere i piedi piantati per terra. Per quanto lo sconforto possa talvolta prevalere, occorre essere consapevoli che è un settore in cui non vi è nulla di garantito, pur investendoci tempo, energie e denaro. Direi che è imprescindibile la costruzione di un'alternativa. Per quanto mi riguarda, sto completando gli studi di Giurisprudenza, che richiedono particolare impegno e non lasciano spazio al tempo libero".
Il tema della pausa è servito a riconsiderare l'uso dei social network?
"Attualmente, nel lavoro mi capita più spesso di produrre contenuti per social come Instagram e Tik Tok. Il primo rappresenta una vetrina per video e foto, con una veste più curata, mentre nel secondo trovano più spazio momenti di leggerezza".
Il suo rapporto con la musica è cambiato?
"Ho acquisito la consapevolezza di cui parlavo, ma la musica rimane il modo più efficace che ho di esprimermi. Probabilmente è cambiato il mio modo di scrivere, non tanto nei temi, quanto nella maniera di raccontarmi in funzione della mia età. Faccio più ricorso a immagini e metafore, e ho trovato una mia sintesi per esprimermi in italiano, rispetto all'inglese che usavo prima".