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L'intervista

Siani stregato da Ferrara: "Quel sapore un po' vintage che la rende senza tempo"

Intervista al regista di 'Tramite amicizia', film girato in città e presentato in anteprima nazionale al Cinema Apollo

In occasione dell’anteprima nazionale del film 'Tramite amicizia', Alessandro Siani si è concesso ai giornalisti in un locale del centro con vista sul Castello Estense alla presenza del Sindaco Fabbri, di alcuni esponenti dell'Amministrazione comunale e dei rappresentanti di Emilia-Romagna Film Commission.

Il film racconta l'amicizia, l'amore e la felicità, tre sentimenti fondamentali come antidoto a una società alle prese con l'ansia di comunicazione, ma che per paradosso fa sentire ognuno sempre più solo. Non mancano i riferimenti anche a un tema caro al regista, le problematiche di tanti operai alle prese con crisi aziendali. 

Siani si presenta insieme a Max Tortora, uno dei nomi principali del cast che, a fianco del comico napoletano, appare come una padre saggio tanto da sottolineare come "Ferrara ha portato al film l'eleganza. Eleganza di racconto e d'immagine che mi ha colpito non solo da attore, ma anche da spettatore quando ho visto poi il film montato". 

Alessandro, cosa l'ha fatta innamorare di Ferrara?

"Ferrara è una città che è stata molto accogliente, una città viva, che ha le potenzialità per essere ancora più conosciuta di come lo è oggi e adesso può essere ammirata anche sul grande schermo. Poter girare in un luogo come questo arricchisce in maniera strepitosa un film e offre anche la possibilità di modificare e adattare la sceneggiatura. Abbiamo trovato posti utili per le scene, ma che rappresentano allo stesso tempo una bellissima cartolina per la città. E’ stato tutto perfetto e posso dire davvero che è stato amore a prima vista: Ferrara è sicuramente una delle protagoniste del mio film".

A proposito di location, nel film c'è anche una scena girata al Teatro Comunale. Ce ne vuole parlare?

"Ho cercato di trovare delle location che avessero forza, energia e carisma. E il Comunale in questo è unico, è un teatro strepitoso. Ci abbiamo girato una scena importante, una scena che non era inizialmente nel copione. Una scena che ho voluto fortemente perché le riprese si sono svolte in un periodo dove erano presenti ancora tante difficoltà per i lavoratori dello spettacolo a causa delle chiusure per il Covid. E il teatro ha un significato speciale: rappresenta il luogo dove tutte le arti si incontrano".

Ferrara è legata alla storia del cinema, quanto questo ha influito nella scelta della città?

"Il valore culturale di Ferrara ha indiscutibilmente influito sulla scelta del set. Per me è stata una città tutta da scoprire, ma credo che lo sarà anche per voi: avrete modo di riconoscere dei posti che da cittadini frequentate ogni giorno, ma li vedrete con un'ottica diversa. Io sono innamorato da sempre de 'Il giardino dei Finzi Contini', di quel tipo di ambientazione, e ho ritrovato proprio questo. Perché Ferrara ha quel sapore un po' vintage, un po’ antico, che la rende senza tempo. E questo per un film è veramente oro puro". 

Parlava prima di lavoro, è un tema che ha voluto inserire nel film nonostante sia una commedia. Perché?

"Il lavoro in questo film viene trattato in chiave comica, però si raccontano le difficoltà degli operai che stanno perdendo la loro azienda. E' una situazione che nella vita reale ho vissuto, sia da giovane perché mio padre era un operaio dell'Alfa Romeo di Pomigliano, sia più recentemente con documentario 'Via Argine 310', che racconta la lotta degli operai della Whirlpool di Ponticelli. Il nostro ruolo come artisti è quello di creare un dibattito, di far uscire questi temi dai telegiornali e farli entrare nella vita della gente. Quello del lavoro in particolare è uno di quei tanti problemi che purtroppo, molte volte, vengono messi da parte".

Torniamo a cose più leggere, ha assaggiato qualcosa della cucina ferrarese?

"Ho assaggiato tutto, potrei dire che dell’esperienza di Ferrara mi porto dietro 2 chili. Per non fare torto a nessuno non faccio nomi di piatti, ma visto che abbiamo girato nei periodi più caldi dell’anno devo dire che qui come gelaterie siete messi davvero molto bene. A partire dai franchising come 'La Romana', per non parlare del mitico 'K2', della 'Sorgente' o ancora di 'Rizzati' in piazza. Da buon napoletano ci tengo ad assaggiare in modo particolare i dolciumi per come raccontano le tradizioni del luogo, e quindi posso promuovere a pieni voti Ferrara proprio come città del gelato".

Se le dico tre parole identitarie come nebbia, biciclette e Spal (dal retro della sala arriva il commento del Sindaco "Spal è meglio di no, oggi") a cosa la fanno pensare, legate ai mesi di riprese in città?

"Ti racconto un aneddoto. Mentre giravano delle scene qui intorno al Castello un gruppo di ragazzi mi si è avvicinato e mi ha donato la maglia della Spal. E' un segnale importante perché è sempre bello quando la passione calcistica si identifica con le radici di un territorio, succede a Napoli come a Ferrara. Ho avuto in dono la maglia della Spal quindi, ma aggiungo, consegnata da un ragazzo che era in bici mentre in lontananza c'era un po’ di nebbia. Un quadro perfetto per riassumere questa città".

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