L’infermiere di famiglia e comunità arriva a Codigoro: “Risposta ad un territorio periferico con molti anziani”

L’infermiere di famiglia e comunità è attivo anche a Codigoro. Nello specifico, si tratta di un servizio che ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per la salute della comunità del Comune attraverso un’assistenza sempre più proattiva e vicina al paziente sul territorio. E’, infatti, una figura professionale che nel Ferrarese è operativa dal dicembre 2021 e che aumenta, ora, la propria capillarità sul territorio.

In particolare, a Codigoro l’ambulatorio Ifec si trova nella Casa di Comunità di via Cavallotti e funziona grazie agli infermieri Chiara Manzati e Daniele Lombardi. Il è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, mentre il sabato dalle 8 alle 12. E’ possibile contattare la struttura tramite telefono (al 331.6878026) oppure mail (all’indirizzo ifc.codigoro@ausl.fe.it).

“L’esperienza di questi ultimi anni ci ha rivelato il ruolo fondamentale della medicina territoriale e dei servizi socio-assistenziali di prossimità - commenta Sabina Alice Zanardi, sindaco di Codigoro -. Questa è certamente una risposta importante ai bisogni di un territorio periferico caratterizzato da un tasso elevato di anzianità nella propria popolazione. Sono certa che anche a Codigoro l’introduzione dell’infermiere di comunità saprà fornire risposte efficaci alle famiglie, sotto il profilo dell’approccio e dell’assistenza al paziente al proprio domicilio”.

Dall’altro lato, la direttrice generale delle Aziende sanitarie, Monica Calamai, chiarisce che “puntare sull’infermiere di famiglia e di comunità è una precisa scelta di politica sanitaria mirata ad un’assistenza sul territorio sempre più proattiva e vicina al paziente. Scelta che si addice molto bene al contesto del Ferrarese, soprattutto nelle aree più ‘rarefatte’ e periferiche”.

La stessa Azienda fa sapere che Chiara Manzati e Daniele Lombardi “sono due professionisti selezionati sulla base della loro ampia esperienza professionale e in base a criteri adeguati per riuscire a cogliere anche problematiche e disagi sociali che si potrebbero riverberare sulla salute del paziente”.