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Giorno del Ricordo

Giorno del ricordo, Fabbri: "Ferrara in prima linea per la tutela della verità storica"

Il primo cittadino si è soffermato sull'episodio dell'accoglienza agli esuli, da parte della popolazione ferrarese nel 1949

"Ferrara non dimentica, Ferrara è in prima linea per ricordare e continuerà a dare il proprio contributo per la tutela della verità storica, per la ricerca obiettiva, per il perenne tributo alle vittime". Con queste parole il sindaco Alan Fabbri è intervenuto nel corso della cerimonia legata al Giorno del ricordo. Un appuntamento caratterizzato dalla ricorrenza di un anno del monumento ai Martiri delle foibe, in piazzale Poledrelli.

"Lo abbiamo fortemente voluto - ha proseguito il primo cittadino - accogliendo così la proposta  di Assoarma Ferrara, che ringrazio per il contributo costruttivo, l'apertura alla comunità, la sensibilità manifestata. Quest'anno inoltre omaggiamo un protagonista assoluto di questa giornata, e di ciò che rappresenta, un uomo che ha dedicato impegno e passione perché l'oblio non calasse  sui fatti del confine orientale e per divulgare testimonianze, racconti di vita vissuta, verità storiche a lungo soffocate. Parlo di Flavio Rabar, presidente del Comitato di Ferrara dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la maggiore istituzione, sul territorio nazionale, a rappresentare gli italiani fuggiti dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia al termine della seconda guerra mondiale sotto la spinta degli orrori perpetrati dalle milizie jugoslave e dello spettro delle foibe. Lo ringraziamo. Il Comune vuole sancire questa gratitudine con la consegna di un riconoscimento. Rabar è stato ed è la voce di chi a lungo non ha avuto voce".

Il sindaco Fabbri ha ricordato che "il nostro territorio è entrato in contatto con quel dramma. E lo ha fatto dando accoglienza agli esuli, dal gennaio 1949, in un campo profughi in pieno centro, presso palazzo Pendaglia, in via Romei 12 (all'epoca Istituto Magistrale, ora sede dell'Istituto Alberghiero). Lo ricorda una lapide apposta nel 2009 sul muro dell'Istituto. Il campo fu chiuso  nell'agosto 1949 e i profughi furono ospitati in una struttura  di Pontelagoscuro, in località Boschino. Manca un numero esatto ma possiamo pensare a  oltre 150 persone coinvolte. Tra questi c'era anche Rabar, che ha in diverse occasioni  raccontato la sua esperienza di profugo nei due campi allestiti a Ferrara".

La cerimonia è proseguita con un ringraziamento ad alunni e docenti del Liceo Roiti che, con l'Istituto di Storia contemporanea "stanno realizzando progetti specifici per raccogliere testimonianze, voci, fatti. Il coinvolgimento attivo dei giovani è un elemento fondamentale per perpetuare la viva memoria, per formare le nuove classi dirigenti a scelte responsabili e intrise di conoscenza e consapevolezza storica".

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