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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Giornata mondiale dell'obesità, l'impegno di Ausl e 'Sant'Anna' in forma integrata per combattere la problematica sociale

Sono 7 gli ambulatori nutrizionali sul territorio che offrono consulenza mirata alla prevenzione e al controllo del sovrappeso

Sono circa 20 milioni le persone in Italia in sovrappeso, e l'obesità è in crescita: un fenomeno che ha assunto le dimensioni di una 'piaga sociale', costituendo uno dei maggiori problemi di salute non solo nei paesi industrializzati, ma anche in quelli in via di sviluppo. Ogni anno, al fine si sensibilizzare la popolazione su questa problematica, il 4 marzo viene celebrata la Giornata mondiale dell'obesità.

Ausl e Azienda ospedaliera universitaria sono impegnate su diversi aspetti che riguardano questa importantissima problematica sociale. Sono molteplici i servizi che operano sul territorio e all'interno dell'Ospedale di Cona. L'Unità operativa di igiene degli alimenti e nutrizione dell'Auls, diretta dalla dottoressa Cristina Saletti opera nel campo della sicurezza alimentare e della nutrizione preventiva e, in collaborazione con gli altri servizi del dipartimento di Sanità pubblica, svolge interventi atti a contrastare il sovrappeso e l'obesità nella popolazione ferrarese con un particolare impegno nella promozione di sani stili di vita. L'Unità operativa è attualmente composta da 8 dietiste che operano prevalentemente nelle Case della salute del territorio della provincia di Ferrara, 3 medici e un biologo.

L'Unità Operativa partecipa attivamente a tutti gli interventi di sorveglianza del sovrappeso e dell'obesità coordinati dal Ministero e dalla Regione Emilia-Romagna, garantisce la valutazione dei menù proposti nella ristorazione scolastica e socio assistenziale, promuove iniziative formative e informative su alimentazione sana, sicura e sostenibile nelle scuole e in tutti i contesti che possano contribuire a supportare cambiamenti e garantisce l'attività di counselling nutrizionale di gruppo ed individuale. Al proposito, sono 7 gli ambulatori nutrizionali dislocati sul territorio ferrarese (Ferrara, Portomaggiore, Argenta, Copparo, Codigoro, Comacchio e Cento) che offrono consulenza mirata alla prevenzione e al controllo del sovrappeso, dell'obesità e delle malattie cronico degenerative correlate per circa 10mila prestazioni l'anno. Agli ambulatori si accede su richiesta del medico di Medicina generale, del pediatra di libera Scelta o di medici specialisti e l'accesso avviene esclusivamente su prenotazione presso tutti i Cup e le farmacie abilitate.

"Il sovrappeso e l'obesità – ha evidenziato la dottoressa Saletti - rappresentano un'emergenza sanitaria che ci impone di mettere in campo sempre di più azioni che consentano di contrastare e prevenire questa condizione. E' per tale motivo che stiamo lavorando, in collaborazione con tutti i professionisti della salute (medici di Medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, odontoiatri,  infermieri, fisioterapisti, igienisti dentali), ma anche con il mondo della scuola, dello sport, con le associazioni e con gli Enti locali, per mettere a sistema tutte quelle buone pratiche accreditate scientificamente nel campo dell'alimentazione e dell'attività fisica, che possano aiutare i cittadini a mantenersi in salute, superando la separazione fra prevenzione e cura".

I dati provenienti dagli ambulatori diabetologici della nostra provincia mostrano un'alta percentuale di sovrappeso e obesità nelle persone con tipo 2: dei circa 9mila pazienti diabetici accolti negli ultimi 12 mesi presso gli ambulatori della Diabetologia territoriale, il 37% si presenta in sovrappeso e ben il 35% è obesa. Il dato del diabete tipo 2 è certamente preoccupante ma non sorprende, essendo questa forma di diabete intimamente connessa con il sovrappeso e l'obesità, che nella maggior parte dei casi sono i principali determinanti della patologia. Un discorso a parte merita il diabete tipo 1: come è noto, questo tipo di diabete dipende da una patologia del sistema immunitario che distrugge le cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina. Il diabete tipo 1 non si associa classicamente all'obesità, e nell'immaginario collettivo è sempre stato individuato come il 'diabete dei magri'; i dati in nostro possesso sembrano smentire ciò, in quanto tra i diabetici tipo 1 seguiti presso gli ambulatori del Servizio il 32% è in una condizione di sovrappeso e il 15% è obeso. "Questo dato – ha spiegato il dottor Marcello Monesi - testimonia come il problema dell'eccesso ponderale sia ormai diffuso a tutte le fasce di età, di popolazione, di stato sociale; il contrasto all’obesità è una sfida necessaria per promuovere la salute delle popolazioni e per tutelare la sostenibilità dei sistemi sanitari".

All’interno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara è presente, ormai da oltre un decennio, un ambulatorio dedicato allo Studio e al trattamento dell'Obesità e delle sue complicanze. A questo servizio è possibile accedere su proposta del Medico di Medicina Generale o di Medici Specialisti. L'Ambulatorio eroga mediamente 800 prestazioni all’anno ed è in grado di guidare il paziente lungo un percorso di calo ponderale, con un approccio multidisciplinare, offrendo tutte le opzioni terapeutiche disponibili, dalla terapia comportamentale fino ai farmaci ed alla chirurgia bariatrica.

"Molto spesso – hanno dichiarato la docente Angelina Passaro, responsabile dell'Ambulatorio Centro per lo studio e il trattamento delle Malattie del metabolismo, Aterosclerosi e Nutrizione clinica, e il docente Edoardo Dalla Nora, dirigente medico dell'Unità operativa di Medicina interna universitaria del 'Sant'Anna' - il paziente obeso riceve dal medico solo l'invito a mangiare meno e a muoversi di più, atteggiamento che sottintende che il paziente sia l'unico responsabile di tale condizione e che nega, di fatto, la presenza di una vera e propria malattia. Questa forma di 'stigma clinico' si affianca allo stigma sociale che il soggetto obeso sperimenta fin dall’età scolare. Tuttavia, il non riconoscere l'obesità come malattia cronica, comporta che a questa condizione non vengano dedicate le stesse risorse, in termine di ricerca e assistenza, che vengono destinate alle altre patologie".

L'obesità costituisce un serio fattore di rischio per mortalità e morbilità, sia di per sé (complicanze cardiovascolari, respiratorie ed infiammatorie) sia per le patologie ad essa frequentemente associate quali diabete mellito, ipertensione arteriosa, iperlipidemia, osteoartrosi, neoplasie (endometrio, mammella, prostata e colon). L'obesità interessa tutte le fasce di età. Al proposito un problema particolarmente grave è quello dell'insorgenza dell'obesità tra bambini e adolescenti, esposti fin dall’età infantile a difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell'apparato digerente e di carattere psicologico. Inoltre, chi è obeso in età infantile lo è spesso anche da adulto: aumenta quindi il rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e condizioni di alterato metabolismo, come il diabete di tipo 2 o l'ipercolesterolemia.

Secondo il sistema di sorveglianza regionale 'Passi' emerge come in Emilia-Romagna siano presenti il 31,1% di persone adulte in sovrappeso e il 10,6% di persone adulte obese (il 50,8% di questi soggetti ha ricevuto il consiglio di perdere peso da parte di un operatore sanitario). Secondo l'indagine 'OKkio 2019' in Emilia-Romagna il 26% dei bambini di 8-9 anni è in eccesso ponderale (19,2% in sovrappeso e 7, % con obesità); pressochè sovrapponibile il dato per la provincia di Ferrara, dove il 25,8% dei bambini è in eccesso ponderale con minor prevalenza di obesità rispetto al dato Regionale (5,7%).

Dal punto di vista epidemiologico, in Italia, i dati della sorveglianza 'Passi' sulla popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni nel periodo 2020-2021 portano a stimare che il 44,7% degli adulti siano sovrappeso o obesi (32,5% in sovrappeso e 10,4% obesi). Una prevalenza che cresce, dati riferiti dagli intervistati 'Passi d'argento'(sistema di sorveglianza dedicato alle persone dai 65 anni in su), all'aumentare dell'età in quanto la maggior parte degli ultra 65enni (57%) risulta essere in eccesso ponderale (43% in sovrappeso, 14% obeso). L'essere in eccesso ponderale è una caratteristica più frequente al crescere dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione. I dati di sorveglianza di 'Okkio alla Salute 2019' sulla popolazione infantile portano a stimare che 3 bambini su 10 siano in eccesso di peso (20,4% sovrappeso e 9,4% obesi). La prevalenza, secondo l'indagine Hbsc 2021, diminuisce nell’adolescenza: 24,3 % negli 11enni, 22,6% nei 13enni, 20,9% nei 15enni con prevalenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine.

Le indicazioni fornite dal Ministero della Salute per prevenire sovrappeso e obesità prevedono di limitare il consumo di grassi e zuccheri, molto abbondanti soprattutto nei cibi confezionati e nei soft drink; aumentare il consumo di verdure, legumi, cereali integrali e, in generale cibi freschi, non processati; seguire una dieta variata, riducendo le porzioni, nel caso in cui si voglia perdere peso; limitare l'alcol; non ricorrere al cibo come genere di conforto, nel caso in cui ci si senta depressi o giù di corda; dare ai bambini un buon esempio in materia di alimentazione; svolgere una regolare attività fisica. Gli adulti dovrebbero fare almeno 30 minuti al giorno per 5 volte alla settimana attività fisica aerobica di intensità moderata (camminare a passo veloce, andare in bicicletta, nuotare, ballare). Per i bambini sono indicati almeno 60 minuti al giorno; nel caso in cui si desideri perdere peso, il livello di attività fisica dovrà essere gradualmente incrementato.

Negli adulti la definizione di obesità si basa sull'indice di massa corporea (Imc o Bmi = peso/altezza2); si parla di sovrappeso quando il rapporto è compreso tra 25 e 29.9 e di obesità per Bmi maggiore o uguale a 30. Per i bambini, la definizione di obesità si basa sul 95esimo percentile aggiustato per età e sesso.

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