Da Ferrara alla Cambogia, scrivendo una guida: "Volevo uscire dalla routine, ho scelto l'Asia"
L'autore ha pubblicato un volume che parla del Paese attraverso tradizione ed autenticità
Ha viaggiato lungo la gran parte del sud-est asiatico, vissuto in india e Cambogia immergendosi nella cultura locale. Quest'ultima ha deciso di raccontarla, dapprima come guida turistica e poi nei panni dello scrittore. Il ferrarese in questione si chiama Nicola Tenani, e ha deciso di raccontarci qualche dettaglio riguardo alla nuova guida da lui scritta intitolata “Guida alla Cambogia. Storia, luoghi, tradizioni”, pubblicata lo scorso giugno.
Innanzitutto, com’è finito in Cambogia e come mai ha deciso di scrivere una guida turistica?
“A dire la verità io e mia moglie decidemmo, qualche anno fa, di fare un’esperienza di vita all’estero andando in India. Lì abbiamo vissuto un anno, poi rientrati a lavoro abbiamo capito che ci sarebbe piaciuto vivere uno stile di vita slegato dalla solita routine e così, assieme a nostra figlia, abbiamo deciso di mollare tutto e provare ad andare in Cambogia, senza esserci mai stati peraltro. Ma abbiamo scelto questo paese per tanti motivi in realtà, in particolare perché amiamo l’Asia e la cultura asiatica. Poi, io sono sempre stato interessato a tutto ciò che riguarda la cultura spirituale e archeologica del sud-est asiatico; dunque, ho iniziato a lavorare prima come guida turistica locale sia per stranieri che per italiani per circa due anni poi, a seguito della pandemia e della mancanza di turismo e quindi di lavoro, ho voluto approfittare del tempo a disposizione studiando e cercando materiale per scrivere una guida”.
Com’è stato vivere in Cambogia? Ha avuto difficoltà nell’ambientarsi?
“In realtà non abbiamo avuto grosse difficoltà: sia io che mia moglie abbiamo sempre avuto una grande capacità di adattamento e ci piace il contatto con le realtà locali. Anche andare al mercato, per noi, è un modo di vivere, di scoprire e di conoscere, così come di imparare la lingua. Tutto fa parte di un gioco a livelli successivi nel quale un ruolo fondamentale lo svolge la curiosità, la scoperta e, di conseguenza, la conoscenza”.
Come si è documentato per la sua guida?
“Diciamo che ho avuto la fortuna di avere già una formazione abbastanza ricca: avevo già scritto quattro libri sul tema India, una trilogia composta di racconti, vicende più o meno reali dedicate all’universo femminile indiano. In più i miei studi accademici sull’indologia e sulle filosofie orientali hanno giocato la loro parte. In questo senso la Cambogia, che ha una matrice culturale fortemente indiana, è stato un passo quasi necessario, e facilitato in quanto conoscevo già l’aspetto religioso e architettonico. Oltre a tutto questo, ho raccolto una grande documentazione in loco e ho fatto miei i saperi della gente locale”.
Durante i suoi studi si è occupato di antropologia o indologia in particolare?
“In realtà no, ho studiato alla scuola agraria, però nel periodo di ritorno dall’India ero stato investito da alcune difficoltà economiche e lavorative, e così iniziai a frequentare alcuni corsi di indologia e filosofia orientale dell’università di Bologna senza prendere mai una laurea, ma ascoltando con passione e portandomi dietro un grande bagaglio di esperienza come l’avventura in India. Quindi sapevo delle cose di cui si parlava anche in virtù del mio vissuto. Al di là di questo, sono un autodidatta”.
Quali sono i contenuti principali presenti nella sua guida?
“Si tratta di una guida un po’ anomala, non è la solita guida che può piacere ad un turista: il mio intento era quello di lasciare qualcosa che fosse più un omaggio alla Cambogia che una direzione da garantire al turista. Ho puntato quindi molto sulle culture approfondendo il buddismo locale, il periodo del genocidio cambogiano relativo al periodo di governo comunista di Pol Pot, la monarchia locale, i cibi, le danze e la musica. E poi vi è una sezione dedicata anche ai templi cambogiani risalenti all’epopea khmer che va dall’ VIII secolo d.C. fino al XIV secolo”.
La guida, in ogni caso, è in vendita?
“Sì certamente, la guida è stata pubblicata a giugno scorso, dunque, è già sul mercato. Si potrà trovare un po’ ovunque, sia in libreria che sulle piattaforme online. Devo dire, in ogni caso, che ho dovuto tagliare una parte della guida per ragioni di spazio e mi dispiace perché riguardava diverse eccellenze locali che sono anche mondiali come le ceramiche, il pepe nero o la danza apsara, quest’ultima patrimonio dell’Unesco. Tuttavia, spero sia comunque una guida ricca, interessante e utile ad imparare il diverso”.