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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Arte / Centro Storico / Corso Ercole I d'Este, 21

Funi, si alza il sipario su 130 opere. Sgarbi: "Una sintesi dell'antico e del moderno"

La mostra comprende dipinti, acquerelli, disegni e cartoni preparatori per mosaici e affreschi

La città natale di Achille Funi omaggia l'artista con una vasta rassegna antologica che conta più di centotrenta opere, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane e straniere. Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'arte del Comune di Ferrara, la mostra a cura di Nicoletta Colombo, Serena Redaelli e Chiara Vorrasi, ripercorre l'iter artistico del pittore.

Dipinti a olio e a tempera, acquerelli e disegni a carboncino e a sanguigna, nonché cartoni preparatori per i grandi affreschi e mosaici compongono dunque l'esposizione dal titolo 'Achille Funi - Un maestro del Novecento tra storia e mito', in programma a palazzo dei Diamanti da sabato 28 ottobre 2023 fino al 25 febbraio 2024.

Sgarbi

"Una mostra che nasce dalla felice collaborazione fra Mart di Rovereto e Ferrara Arte", ha commentato il presidente Vittorio Sgarbi, soffermandosi su Funi come "uno degli autori centrali nella coscienza del moderno e della storia dell'arte". Il critico d'arte ha aggiunto che "il senso della mia presidenza è di fare vedere la grandezza di Ferrara nell'antico e nel moderno" e Funi rappresenta "la sintesi di questo antico e di questo moderno". Una modernità attribuita alla città estense "nel consolidamento di una visione rinascimentale". Sull'esposizione, inoltre, il presidente della Fondazione Ferrara Arte ha commentato che "è una grande mostra come è stata la grande mostra sul Rinascimento", mentre l'assessore comunale alla Cultura Marco Gulinelli ha illustrato che "prosegue il processo di valorizzazione dei grandi ferraresi del secolo scorso".

La storia di Funi

Virgilio Socrate Achille Funi, nato a Ferrara nel 1890 e morto ad Appiano Gentile nel 1972, ha attraversato da protagonista i principali movimenti che hanno caratterizzato la cultura italiana della prima metà del Novecento. Dopo essersi distinto nell'ala moderata del Futurismo, si è affermato come uno tra i grandi interpreti del Realismo magico, del moderno classicismo di 'Novecento' e del muralismo degli anni Trenta, pur mantenendo sempre una spiccata autonomia. Innamorato dei miti classici al punto da essere considerato un moderno umanista, l'artista ha assimilato dai maestri dell'Officina ferrarese uno sguardo visionario che riveste la realtà di un'aura di magica sospensione. Nel suo "costante andare verso la bellezza", ha attinto alla tradizione figurativa antica come al linguaggio più attuale di Cézanne, Picasso, Derain, de Chirico.

L'esposizione, da un'idea di Vittorio Sgarbi, prende avvio dalle prime prove accademiche del giovane Funi, per poi lasciare spazio ai capolavori futuristi, come 'Uomo che scende dal tram' e 'Il motociclista' del 1914, che hanno suscitato l'ammirazione dell’amico Umberto Boccioni per la capacità di esprimere "attraverso pure forme e puri colori, una emozione plastica". Dopo le toccanti testimonianze della prima guerra mondiale, il percorso mette in luce il cruciale apporto dell'artista alla stagione del Ritorno all'ordine e alla restaurazione delle forme classiche.

Le fasi in esposizione

La fase del dopoguerra è rappresentata da opere di transizione, realizzate nel segno di Cézanne, della pittura metafisica e dell'adorato Leonardo, come 'Genealogia (La mia famiglia)' del Mart di Rovereto o 'Il bel cadavere (Le villeggianti)' del Museo del Novecento di Milano; seguono i capolavori del Realismo magico, la cui atmosfera di incantato stupore attinge alla cultura figurativa quattro-cinquecentesca: oltre a 'Maternità' e 'La terra', anche 'L'acqua', presentata in questa occasione per la prima volta dopo oltre un secolo. 

Sono inoltre esposte alcune pietre miliari di 'Novecento', il movimento coordinato da Margherita Sarfatti, che raduna i più autorevoli esponenti di un moderno e maestoso classicismo: ne sono un esempio il leonardesco 'Autoritratto da giovane' del Museo d'arte della Svizzera italiana di Lugano, la picassiana 'Saffo', la raffaellesca 'Lettura domenicale' della Gnam di Roma o l'androgina 'Venere' del Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna. L'esposizione si conclude con la stagione della pittura murale. Assieme a Sironi, Funi ha dato nuovo slancio alla tradizione italiana dell'affresco e del mosaico, impegnandosi nelle campagne decorative che proiettano i miti collettivi della nazione sulle pareti di edifici monumentali.

Gli ideali civili che animano l'artista si riversano in questa forma d'arte di spiccata valenza sociale, incarnandosi in un’epica in cui rivivono i venerati modelli di passate civiltà gloriose. La rassegna offre, inoltre, l'occasione per riscoprire 'Il Mito' di Ferrara, imponente impresa decorativa che Funi ha realizzato per la Sala dell'Arengo del palazzo Municipale della città estense. Il ciclo rappresenta la summa dei grandi progetti murali che il ferrarese ha affrescato negli anni Trenta e Quaranta a Milano, Trieste, Roma e Tripoli.

Le curatrici

La curatrice Nicoletta Colombo, che ebbe modo di conoscere l'artista, ha evidenziato che "il carattere di Funi era 'sovrastorico'. Viveva nel tempo e superava il tempo, il suo era un modo di ragionare per motti, con frasi lapidarie. Il Futurismo di Funi era anomalo perché, pur adottando una scansione cubista, le sue forme rimanevano plastiche e compatte. Le sue forme vengono messe in movimento secondo un ritmo. Una sala della mostra è dedicata proprio al rapporto fra la forma e il moto. Funi non lascerà la visionarietà della pittura di Cosmè Tura e di Ercole de' Roberti".

La curatrice Serena Redaelli ha aggiunto che "Franco Farina ha fatto di Ferrara una nuova culla dell'arte contemporanea e ha voluto fortemente la mostra di Funi del 1976 a Ferrara", evidenziando l'amicizia fra il poeta Eugenio Montale e Achille Funi. Chiara Vorrasi ha sottolineato "il doveroso fondamentale approfondimento su uno degli artisti di punta del Novecento".

Il progetto per le scuole

Andrea Fedele, direttore dello Stabilimento Versalis, ha ricordato che Eni promuove il progetto educativo 'La pittura è un fatto magico' rivolto alle scuole, con iniziative relative al giovane pubblico delle scuole primarie attraverso il disegno e il mondo digitale. La mostra è aperta tutti i giorni, dalle 9.30 alle 19.30. L'apertura è prevista anche l'1 novembre, l'8, il 25 e il 26 dicembre, l'1 e il 6 gennaio. La Sala dell'Arengo è visitabile dal lunedì al venerdì, esclusi i festivi, dalle 9 alle 10 e dalle 14 alle 15. Informazioni sono reperibili contattando telefonicamente il numero 0532 244949. 

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