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Ambiente

Efficientamento energetico, illustrate in Commissione consiliare le soluzioni per il Polo chimico

Il gruppo di lavoro formato da Comune, Provincia e Consorzio Ifm ha indicato le linee d'intervento

Dal revamping del ciclo idrico al recupero della materia prima seconda. Sono sei le linee d'intervento elaborate dal gruppo di lavoro congiunto, formato da Comune, Amministrazione provinciale e Consorzio Ifm, e finalizzate a promuovere l'efficientamento energetico dell'area del Polo chimico, accompagnato da un processo di transizione ecologica e da azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Una serie di soluzioni progettuali frutto del Tavolo tecnico, che sono state indicate nel corso della seduta pomeridiana di lunedì della prima Commissione consiliare.

Alessia Pedrielli, coordinatrice del Tavolo per la promozione dei progetti di Sito, ha ripercorso le vicende che hanno portato all'elaborazione delle soluzioni. "Nel febbraio del 2022 - ha spiegato - si era chiuso il Cracker di Porto Marghera e c'era timore che venisse meno la fornitura di materia prima al Polo chimico. Cominciava inoltre a delinearsi la crescita dei costi energetici, e poi stava emergendo il problema della siccità. Il Polo infatti attinge acqua dal Po per i circuiti produttivi e di raffreddamento". Da qui alla scelta di soffermarsi sulle "realtà industriali" presenti nell'area, e di chiedere "un incontro preliminare per aprire un dialogo su progetti da condividere per costruire un futuro", alla luce dei problemi rappresentati dalla crisi materia prima, dell'aumento dei costi energetici, e della siccità. E' "venuto fuori un elenco di progetti orientati verso l'efficientamento energetico". In particolare, la coordinatrice si è soffermata sul progetto del revamping del ciclo idrico del Polo chimico con interventi volti al recupero e al riutilizzo delle acque di processo e meteoriche "che consentirebbe una riduzione del prelievo di acqua dal Fiume Po per uso interno agli stabilimenti pari circa al 50%".

Alessandro Balboni, assessore comunale all'Ambiente, dopo avere evidenziato "l'indotto molto importante di un'area dove insediate 9 società, con 18 milioni di metri cubi di impatto sul nostro fiume", ha posto l'accento su "un accordo di programma che possa svilupparsi per progetti di Sito", comunicando l'intenzione di "inoltrare al ministro delle Imprese Adolfo Urso il documento che stiamo preparando". Presenti anche Gianni Michele Padovani, presidente dell'Amministrazione provinciale e il consigliere provinciale con delega alla Programmazione territoriale Francesco Colaiacovo, che ha rimarcato il "buon lavoro del Tavolo che dà una progettualità importante", insieme all'esigenza di "accelerare i tempi". Paolo Schiavina, amministratore delegato del Consorzio Ifm, a proposito del gruppo di lavoro, ha messo in evidenza che la "chiave di volta è stato cercare una cosa che facesse il bene di tutti e che non fosse una singolarità di una singola società. Abbiamo fatto un incontro con i tecnici di tutte le società".

Alessio Stabellini, responsabile del Servizio qualità ambientale del Comune, ha quindi indicato che, fra le criticità individuate, vi era l'elevato prelievo di acque dal Po, quantificabili in "circa 17 milioni di metri cubi all'anno", oltre agli "scarichi di acque meteoriche senza nessun riutilizzo, l'alto consumo di energia elettrica con ricadute conseguenti sui costi". A questo proposito, il dirigente ha elencato le sei linee d'intervento elaborate dal gruppo di lavoro. Un elenco comprendente "revamping del ciclo idrico con interventi volti al recupero e al riutilizzo delle acque di processo e meteoriche, produzione di energia da fonti rinnovabili e scambio sul posto, interventi di efficientamento energetico degli edifici, interventi di efficientamento energetico dei cicli produttivi, Polo chimico come protagonista nel Piano di azione per l'energia sostenibile del Comune di Ferrara, interventi di recupero della materia prima seconda".

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