'Dillo con amore', un progetto per la prevenzione dei disturbi alimentari
L'iniziativa dell'associazione Kairos ha ricevuto un contributo di 16mila euro
Favorire una conoscenza più approfondita dei disturbi del comportamento alimentare nei contesti socio-educativi e sanitari e, al contempo, aumentare un approccio multidisciplinare e integrato nella cura delle problematiche con picchi di incidenza molto alti a seguito della pandemia. Su questo impegno si fonda il progetto 'Dca - Dillo con amore. Dalla consapevolezza della malattia a interventi educativi e di cura integrati sul territorio', realizzato dall'associazione Kairos con un contributo di 16mila euro dell'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Ferrara, erogato nell'ambito di un avviso pubblico del Terzo settore. Il titolo della progettualità intende trasformare l'acronimo Dca, Disturbi del comportamento alimentare in Dillo con amore, per spingere le persone che ne soffrono a non isolarsi.
Kairos ha articolato il progetto in 3 specifici passaggi, in ciascuno dei quali sono previsti interventi formativi, educativi e di sensibilizzazione. La prima fase, di prossima partenza, prevede un ciclo di incontri formativi nella scuola primaria, rivolti a insegnanti e psicologi scolastici. In questo senso è stata preparata anche una mini-guida con le indicazioni e i consigli su come affrontare il tema dei Dca in ambito scolastico, per favorire l'inclusione sociale dei ragazzi e degli adolescenti che ne soffrono le conseguenze. Le attività previste sono finalizzate alla corretta percezione del proprio schema corporeo, all'individuazione precoce e alla tempestiva presa in carico della problematica.
"I disturbi del comportamento alimentare - ha ricordato l'assessora comunale alle Politiche sociali Cristina Coletti - comprendono malattie che segnano la persona che ne soffre sia dal punto di vista fisico che psicologico. Per affrontare queste difficoltà occorrono conoscenza, consapevolezza e sensibilità. In questo progetto, Kairos mira a creare un percorso realmente consapevole e integrato, sia a livello sanitario, ma anche scolastico e istituzionale. Il contributo economico dell'Amministrazione è una segno di vicinanza e di ringraziamento perché per troppo tempo questi problemi sono stati taciuti, anche per la vergogna di parlarne da parte di chi ne soffre. Questa progettualità sarà fondamentale per creare una società comprensiva e unita nel supporto ai giovani che non vanno lasciati soli".
Elisabetta Zerbini, presidente dell'associazione, ha aggiunti che "Kairos, fondata nel 2015, opera attivamente sul territorio con l'obiettivo di offrire sostegno a chi soffre di disturbi alimentari e ai loro familiari e caregiver. L'individuazione precoce del problema riveste un ruolo fondamentale, poiché costituisce il primo passo verso la risoluzione di questi disturbi. Riteniamo essenziale che questo progetto venga presentato nelle scuole, dove intendiamo implementare programmi di alfabetizzazione mediatica per insegnare ai giovani a valutare in modo critico i messaggi veicolati dai media e dai social, i quali possono avere un impatto devastante sulla mente di chi è ancora in fase di crescita e può facilmente cadere vittima di meccanismi che favoriscono lo sviluppo di malattie psicologiche".
Stefano Caracciolo, primario del Centro Dca dell'Ausl, ha evidenziato che "aderire a questo progetto è già un modo per dialogare con i pazienti, con i loro familiari e con le strutture del territorio. L'anoressia è una malattia molto seria e negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento della sua incidenza nelle fasce più giovani della popolazione. Ogni anno il nostro Centro segue tra i 150 e i 200 pazienti adulti, al 99% donne, e la maggior parte di loro riesce a guarire".
Franca Emanuelli, responsabile dell'Unità operativa neuropsichiatria Psicologia infanzia adolescenza dell'Ausl, ha concluso che "l'intervento nelle fasi precoci è fondamentale per prevenire l'instaurarsi di questo disturbo. Condividiamo appieno principi e metodologie di questo progetto e ci aspettiamo un riscontro positivo, sperando di essere incisivi. Negli ultimissimi anni abbiamo notato un abbassamento dell'età di esordio di questa malattia, che è passata dai 15-16 anni ai 10-11, soprattutto dopo il Covid, con un aumento del 122% di casi in età infantile, non solo in Italia, ma anche del resto del mondo".