Viaggio nel Centro di preformazione attoriale, Muroni: "Vi racconto i primi 10 anni"
Alla scoperta di una realtà che accoglie i giovani e li aiuta a realizzare i propri sogni
Un centro di preformazione teatrale e cinematografica pensato per i giovani adolescenti, aperto, inclusivo, innovativo e orientato a una dimensione internazionale. Questo è il Cpa ideato da Stefano Muroni che ha deciso di raccontarci qualcosa in più anche perché proprio quest’anno si festeggia il decennale della fondazione del centro.
Innanzitutto, quando ha deciso di fondare il Centro e perché?
"Ho avuto l’idea a partire dal 2011, ed erano gli anni in cui stavo a Roma per completare gli studi al centro sperimentale di cinematografia di Roma. Lì studiavo recitazione più che altro, tuttavia, non ho mai dimenticato di essere ferrarese e che ero stato un adolescente. Al tempo c’era solo un corso per adulti tenuto da Massimo Malucelli, ma per il resto non c’era granché, e quindi un giovane adolescente non sapeva dove sbattere la testa in sostanza. Quindi di qui il progetto: volevo qualcosa di professionalizzante e dunque ho pensato a una scuola che durasse tre anni con due incontri alla settimana, all’interno della quale si studiassero tutte le materie o molte materie che si incontrano nelle accademie nazionali del cinema e del teatro".
Quali sono le attività?
"Le attività sono diverse: improvvisazione, fonetica, movimento scenico, mimica cinematografica, recitazione davanti alla macchina da presa e molto altro. Ma non si tratta di una scuola in cui si apprende soltanto: volevo che i ragazzi avessero la possibilità di realizzare anche le proprie opere teatrali e cinematografiche. Ma anche che fosse una scuola, tutto sommato, contemporanea, così come una scuola che potesse portare al Giffoni Film Festival. Dunque un centro caratterizzato da un’alta formazione, seppur una preformazione, che garantisse delle vere opportunità: di crescita, artistiche, creative e via dicendo. Così, nel 2013, siamo partiti con il primo laboratorio pensato esclusivamente per adolescenti".
Come si accede al vostro centro di preformazione attoriale?
"Di solito c’è sempre un open day conoscitivo in cui invitiamo tutti i ragazzi interessati assieme alle proprie famiglie; dopodiché, se uno è interessato, c’è un’audizione in sede che non ha finalità di selezione, ma serve soltanto per fare un po’ di conoscenza. In seguito, per gli iscritti, la scuola parte all’incirca a metà ottobre, dunque in questo periodo diciamo".
Com’è organizzato il centro dal punto di vista delle attività?
"Il primo anno è totalmente dedicato al teatro: educazione alla voce, esercizi di movimento scenico e molta improvvisazione. Il primo anno si cerca di tirare fuori davvero il talento, un po’ tutto quello che la società non ci fa esprimere diciamo. Al termine del primo anno c’è un vero e proprio spettacolo teatrale. Il secondo anno è simile, nel senso che le materie si somigliano ma il livello si alza e, oltretutto, viene inserito nel programma anche il cinema: questo vuol dire incontrare nuovi insegnanti che danno delle dritte su come si sta davanti alla macchina da presa, su come scrivere una sceneggiatura di un cortometraggio, come produrre quest’ultimo, come dirigere gli attori o fare regia".
E il terzo anno?
"Il terzo e ultimo anno è pensato per lo spettacolo di diploma che viene poi presentato al teatro comunale di Ferrara, e si tratta quindi del primo incontro semiprofessionale, per lo meno si sta su un palco che è calcato da attori di rilievo. In questo senso, durante l’anno, si cerca di lavorare sullo spettacolo scritto e diretto da Malucelli per arrivare poi al Comunale".
Che valore hanno i principi etici che sostengono il vostro lavoro?
"Questi principi per noi sono fondamentali, anche perché sono alla base di tutto quello che facciamo, anche come professionisti. Ci sono valori che aprono molte porte: l’educazione, la garbatezza, la gentilezza, l’arte del farsi voler bene. Questi sono solo alcuni dei valori che, a mio avviso, sono utili certamente per scopi pratici come un lavoro di un certo rilievo, ma sono anche importanti nella vita nel suo insieme: se si cerca di ascoltare di più, di giudicare di meno, se si facesse uno sforzo per accogliere le persone, allora davvero si potrebbe essere sulla strada per un mondo diverso e migliore. Spesso facciamo anche spettacoli intorno a questi punti".
Come ha deciso di festeggiare i 10 anni dalla fondazione del centro?
"Il 24 ottobre, presso il teatro comunale della città, festeggeremo con un documentario di venti minuti che ripercorre la nostra storia. Il tutto di fronte ai nostri allievi e famiglie, ma anche davanti a coloro che sono passati dalla nostra scuola in questi dieci anni. Festeggeremo per quella che io chiamo “Ferrara la città del cinema”, che è anche il nome di questa filiera creativa. Questo lo dico perché per noi il Cpa altro non è che la prima pietra dell’intera filiera creativa, dunque solo una piccola parte di essa".
Di quale spettacolo vai più fiero tra quelli che avete realizzato in questi anni?
"A dire la verità, avendo ogni anno ragazzi sempre diversi, è difficile essere obiettivi, tutto è molto soggettivo. Ti posso dire che ogni anno è bello e speciale perché ci sono adolescenti che sognano, credono e mettono tutte le loro energie sul palco. Quindi, lo spettacolo migliore e di cui vado più fiero sono sempre i ragazzi, il vero cuore pulsante di tutto. Senza di loro la scuola non esisterebbe".
Progetti futuri?
"Ogni anno facciamo la Tenda summer school, il campus internazionale sito a Villa della Mensa in provincia di Copparo, e stiamo preparando proprio l’edizione del 2024. Inaugureremo, poi, anche la scuola cinematografica Mancini, ed è in uscita anche il nostro nuovo film “il soldato senza nome”, incentrato sul primo ospedale psichiatrico militare d’Europa".