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Sicurezza, per la procura Alfredo Cospito diffondeva le idee anarchiche dal carcere di Ferrara

Secondo i magistrati, tra il 2018 e il 2019 l'ergastolano riuscì a comunicare i propri pensieri

L’idea anarchica portata avanti dalla cella del carcere di Ferrara. Secondo i magistrati della Procura di Perugia, infatti, Alfredo Cospito avrebbe portato avanti la propria battaglia ideologica proprio dalla città estense. E, adesso, le indagini si fanno serrate. Ciò che è sicuro è che l’anarchico condannato all’ergastolo (e sulla cui vicenda si sta dividendo, in questi giorni, il mondo della politica) è stato rinchiuso all’Arginone dal 2012 al 2021.

Durante questo lasso di tempo, lo stesso Cospito sarebbe riuscito a far uscire dalle mura del penitenziario alcuni suoi pensieri circa il verbo anarchico-insurrezionalista. L’esponente 55enne di Fai-Fri (Federazione Anarchica Informale), infatti, sarebbe riuscito a raggiungere i propri destinatari attraverso la pubblicazione di una intervista, apparsa sulla rivista ‘Vetriolo’ tra il 2018 e il 2019. Un documento clandestino, vicino ad ambienti anarchici umbri, in cui si parla di una dura opposizione al sistema.

Altri scritti, invece, sarebbero stati intercettati dalla stessa rete di controlli dell’Arginone, che sarebbe riuscita da impedire che i messaggi giungessero agli esponenti anarchici sparsi in tutta Italia. Dall’uso delle armi alla giustificazione del terrorismo fino alla lotta di classe (con minacce esplicite alla violenza), sulla comunicazione rilasciata da Cospito ora, come detto, indagano gli inquirenti. Al di là delle supposizioni e di eventuali collegamenti, ciò che è certo è che nel maggio del 2020 il direttore del carcere di Ferrara negò di aver autorizzato alcun tipo di intervista all’anarchico più famoso d’Italia. Ora però è la Procura di Perugia a volerci vedere chiaro.

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