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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il Consiglio impolverato (prima parte): si discute di mascherine, di Zaki e di un'interpellanza di 40 mesi fa

Nella seduta di lunedì si è cercato di rimediare ad oltre 100 richieste inevase. E martedì si replica

Verrebbe da dire ‘tanto rumore per nulla’. Il Consiglio comunale più strano della storia recente della politica locale – quello, per intenderci, da oltre 100 interpellanze inevase – va in archivio senza particolari colpi di scena. Anzi, ok che non vince la noia, ma poco ci manca. Spieghiamo.

Negli ultimi tre anni e mezzo, il Comune non ha risposto a 110 interpellanze. L’opposizione chiede lumi e così, viene organizzato un Consiglio comunale ad hoc (il primo tempo lunedì, il secondo martedì). Una sorta di contentino dell’amministrazione che replica alle armi, ormai spuntate, dell’opposizione. Diciamoci la verità: non vince nessuno, anzi a perderci sono solo i cittadini. I temi sono spesso impolverati, quasi in bianco e nero. E si controbatte con frasi fatte, studiate a tavolino.

L’iter: domanda (vetusta) e risposta (spesso letta)

Del centinaio di richieste, lunedì pomeriggio ne vengono prese in esame su per giù una ventina. Quelle, per chiarire, a cui sono chiamati a rispondere il sindaco, l’assessore Kusiak, Maggi e Travagli. Fabbri non c’è e, per lui, parla (o meglio legge) l’assessore Coletti. Il meccanismo è semplice: due minuti a testa per il consigliere di turno per ricordare al pubblico di cosa si parla, breve risposta dell’amministratore, replica del consigliere che sostanzialmente si deve limitare ad un “sono soddisfatto” o “non sono soddisfatto”. Aperta parentesi: la seduta è una cascata di “adesso non ha più molto senso questa richiesta, ma…”.

Temi datati, come Zaki e l’edicolante delle mascherine

Discussione su ogni singolo tema? Zero. E allora viene da pensare che fatto così, un confronto, serva a ben poco. Se poi mettiamo sul piatto il fatto che ci sono interpellanze risalenti all’ottobre 2019, beh, ci siamo capiti. E, infatti, alcuni argomenti esplicitati sono chiaramente fuori dal contesto temporale attuale. Si chiedono chiarimenti in merito alla questione dell’edicolante di via Bologna (storia del 2020 e della presunta vendita di mascherine che dovevano essere, invece, regalate).

Rispunta Zaki, lo studente imprigionato in Egitto (ma già tornato a casa), e un suo striscione prima concesso poi rimosso. C’è spazio per un pullman di rifugiati ucraini in arrivo, era quasi qui. Poi chissà che fine abbia fatto. E ancora: si rispolverano interpellanze sui danni del maltempo di agosto (beh, dai, alla fine nemmeno roba così datata viene da pensare) e sui bonus libri dell’inizio dell’anno scolastico.

L’interpellanza di 1.210 giorni fa

Non scherziamo: lunedì in Consiglio si è affrontato un tema di 40 mesi fa. Quando, per esempio, il Covid nemmeno si sapeva cosa fosse. Interpellanza del primo ottobre 2019: Mantovani (5 Stelle) e Caprini (all’epoca Lega, oggi Ferrara Nostra) chiedono lumi circa la potatura degli alberi della zona della piscina di via Bacchelli. Essenze, nel frattempo, pareggiate nel numero dalla piantumazione di altri esemplari (anzi, anche in quantità maggiore) in altre porzioni di città. Ma questo dà l’idea dell’assurdità di una buona parte della seduta.

Qualche curiosità, in fondo, c’è

Nel calderone di richieste datate e risposte generiche, a volte ovvie altre volte burocratiche, c’è spazio anche per qualche curiosità. Roba non esaltante, ci si intenda, ma buona per conoscere qualche dettaglio sulla vita quotidiana della città.

Ufficio immigrazione della questura. Maresca ha il dubbio che in Fausto Beretta non ci sia più nulla. In realtà la convenzione c’è, ma scade il 30 gennaio 2023. Alt, non è questa la notizia. La novità è che la concessione (del Comune alla questura) non verrà rinnovata perché quei locali dovranno essere oggetto di lavori post sisma. L’altra novità è che la ricerca di un’alternativa in spazi pubblici ha prodotto esito negativo, quindi si andrà per vie private. C’è il solito ottimismo delle parti, ma in concreto poi si vedrà.

Parchetto della bocciofila. Qui, a seguito di denunce di degrado e sporcizia da parte delle famiglie della zona, sempre Maresca si era fatto ambasciatore. Maggi, dopo aver ricordato che le giostrine sono lì solo dal 2016, ha comunque detto che quest’anno (non si sa quando di preciso, ma entro Natale, dai) si pulirà tutto e si provvederà anche alla manutenzione delle attrezzatture. Tutte operazioni straordinarie, si intende.

Annuario statistico. Un must per la consigliera Baraldi. Incredibile, a sua detta, averne interrotto la produzione nel 2019. Con quello il ferrarese medio ci faceva colazione ogni giorno. Scherzi a parte, faceva comodo, è vero. Tutti verbi al passato perché, come detto, ora non c’è. Ma tornerà: è la promessa dell’assessore Coletti. Cioè, oddio, tornerà: “Sono in corso valutazioni circa la predisposizione dell’annuario”. Ecco, poi ognuno tragga le proprie conclusioni.

Via dell'Erbe. Lo citiamo per dovere di cronaca. Vicenda complessa, dove c’è un’associazione (Nuova Terraviva) che però non dovrebbe esserci, che però potrebbe starci ad alcune condizioni, che però non si sa se sussistano ancora o meno. Baraldi chiede, Travagli risponde un po’ in politichese tirando fuori dal cilindro il Pug (qui si entra nel burocratese), triplice fischio e ci si riaggiorna in tempi migliori.

La vera polpa: Ferraresi, Lodi e la Digos

Due ore di Consiglio (si temeva peggio), ma alla fine una notiziola viene fuori, per fortuna. E’ la risposta della Coletti (sempre a nome del sindaco) circa la celeberrima vicenda del vicesindaco Lodi arrivato in tribunale con la Digos. La posizione di Anna Ferraresi (Gruppo Misto) è fin troppo nota. La risposta istituzionale è nuova. Non è rivoluzionaria, ma è bene diramarla.

Coletti – che poi è Fabbri - esordisce sostenendo che i rapporti tra l’amministrazione e la questura sono ottimi. Quelli tra Lodi e la Digos non sono affare politico. E fin qui, nulla di nuovo sotto al sole. Poi si replica al termine “invasione”: l’amministrazione ammonisce la consigliera circa l’uso di toni offensivi. Viene detto anche che c’è ignoranza rispetto ai fatti storici.

E sul perché fossero presenti consiglieri comunali, si risponde che fino al corridoio, senza poi entrare in aula, si può. Quindi a posto. E sul perché era presente anche Nicola Borsetti, si consiglia caldamente alla Ferraresi di chiedere al diretto interessato. Lei replica che non è soddisfatta: abbozza che non comprende perché la Digos non sia presente quando Lodi è dall’altra parte del banco. Ma la polemica si smorza lì. Perché non è contemplato altro dibattito. L’abbiamo detto: domanda, risposta, replica del consigliere e fine lì. Tempo scaduto. Ci si aggiorna a martedì.

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