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Giovedì, 18 Aprile 2024
Concerto Springsteen / Giardino-Arianuova-Doro / Via Riccardo Bacchelli

La notte del Boss, 50mila fan entusiasti: per quasi 3 ore al parco urbano risuona la storia del rock

Intro con il brano 'No Surrender', poi un pensiero per l'amico scomparso. E tra la folla sbuca Roberto Baggio

Sul castello metallico che sorregge uno dei due maxischermi intorno al palco, sventola una bandiera a stelle e strisce. Talvolta pare assottigliarsi fino a scomparire, o quantomeno a ritrarsi dagli obiettivi delle fotocamere. Eppure, mentre il cielo cambia tonalità con il calare della sera, indomita continua a svettare come un vessillo in cima a una torre. Le vibrazioni destinate a prodursi più sotto aggiungeranno i corpi e le sonorità a un viaggio nel rock che procede da diversi decenni. A firmarlo e a condensarlo in circa tre ore di concerto, accompagnato dalla E Street Band, è il cantautore statunitense Bruce Springsteen.  

Il pomeriggio che culminerà con la sua esibizione vede nel frattempo salire Fantastic Negrito e Sam Fender sul palcoscenico, allestito al parco urbano. Dall'energia della musica alla quiete dell'ultima pausa, per consentire al flusso finale di spettatori di accedere ai vari pit di pertinenza. L'ingresso della storica band di supporto del Boss scandisce l'inizio dello spettacolo. 'Ciao, Ferrara!', il saluto del cantautore del New Jersey rivolto al suo pubblico. I versi di 'No Surrender' che si diffondono nell'aria sono così il primo tassello di una carrellata di brani che investirà i fan, alternando momenti più adrenalinici ad altri particolarmente melodici, ma non privi di intensità. 

Dagli struggimenti di 'Ghosts' al trasporto di 'Letter to you', dalla passionalità di 'Candy's room' allo spirito libertario di 'Out in the street', ogni brano è raccontato da un feeling con gli spettatori che cantano insieme a lui, scandiscono il tempo con gli applausi, si lasciano dirigere dalla chitarra del Boss alla stregua della bacchetta di un direttore d'orchestra.

Quella autentica è invece una formazione composta da Roy Bittan al piano e ai sintetizzatori, Nils Lofgren, Stevie Van Zandt e Patti Scialfa alla chitarra e alla voce, Garry Tallent al basso, Max Weinberg alla batteria, Soozie Tyrell al violino, alla chitarra e alla voce, Jake Clemons al sassofono e Charlie Giordano alle tastiere, che supporta, arricchendola, l'esecuzione di ogni canzone.

Un contributo in termini di coinvolgimento sonoro attraverso atmosfere cangianti e apprezzate da differenti generazioni. Sotto il palcoscenico, intanto, qualcuno nota gli ex calciatori Massimo Ambrosini e Roberto Baggio fra i supporter del rocker. Rocker che trova il tempo di dedicare alcune parole all'amico e chitarrista George Theiss, fondatore dei Castiles, prima band di Springsteen, e scomparso nel 2018. "L'eterno regalo che la morte dona ai vivi è una più ampia visione della vita", le parole del cantautore che  precedono il brano 'Last man standing' e ricordano l'importanza di "vivere ogni momento".

Lo scenario naturale del parco è accarezzato dall'imbrunire. Le note di 'Beacause the night', pescata dal vastissimo repertorio di Springsteen e portata al successo da Patti Smith, si fanno trovare pronte, insieme all'interpretazione personale del Boss. Così come le storie in musica di coloro che sono 'nati per correre', delle quali è densa la poetica di Springsteen, giunto a Ferrara come prima delle tre tappe italiane del suo viaggio in Europa.

Spazio allora alla potenza di 'Wrecking ball' e alla capacità trascinante di 'The rising', alla vitalità di 'Badlands' e allo spirito avventuriero di 'Thunder Road', senza tralasciare 'Born in the Usa' e 'Born to run' eseguite in un deciso crescendo emozionale.        

Le suggestioni di 'Glory Days' e di 'Dancing in the dark' spianano la strada al momento dei saluti, con i componenti della E Street Band chiamati a raccogliere personalmente il proprio applauso. Il congedo con il pubblico per Springsteen arriva attraverso il brano acustico 'I'll See You in My Dreams'. Un'esecuzione accompagnata dal relativo testo presente sul maxischermo per coinvolgere per l'ultima volta gli spettatori e sovrapporre il momento intimo a quello corale.

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