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Lotta allo spaccio in carcere, le unità cinofile della polizia locale a supporto degli agenti dell'Arginone

Nell'occasione è stato mostrato anche l'innovativo poligono virtuale di cui si è appena dotata la polizia locale

Niente più droga in carcere. O, per lo meno, questa è l'intenzione della polizia locale che, di concerto con i colleghi del penitenziario cittadino, ha sancito la propria intenzione a 'prestare' i cani dell'unità cinofila per evitare che le sostanze stupefacenti entrino nelle celle dell'Arginone. A stringersi la mano, il comandante della polizia locale Claudio Rimondi ed Ernesto Cimino, direttore dell'ufficio sicurezza e traduzioni della polizia penitenziaria per l'Emilia e le Marche.

L'idea è nata alla luce dei benefici che ha concretamente portato l'impiego delle unità cinofile negli istituti italiani: “Con questa azione – ha specificato il vicesindaco, Nicola Lodi – intendiamo portare avanti la lotta al crimine e al degrado ma, allo stesso modo, dare respiro a tutti gli agenti della polizia penitenziaria su cui, oltre a gravare enormi responsabilità, c'è la scure delle criticità che affliggono le case circondariali italiane”.

L'occasione è stata propizia anche per mostrare alla delegazioni l'innovativo poligono virtuale di cui si è appena dotata la polizia locale di Ferrara: un sistema che permette di addestrare al tiro gli operatori, ponendoli di fronte a situazioni reali di pericolo che vengono proiettate di volta in volta su uno schermo - come un videogame - idoneo a ricevere i colpi-simulacro che gli pervengono da un raggio laser montato sulla pistola di ordinanza.

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