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Pesca / Comacchio

Granchio blu, Cia: "Non si debella con il cooking show". E c'è l'esempio spagnolo

Duro affondo della associazione di agricoltori che chiamano in causa il ministro

“L’invasività del granchio blu non si contrasta con gli show cooking e con l’educazione alimentare, ma seve un concreto programma di contenimento della specie che passa da una mappatura della sua presenza, sempre più capillare lungo le coste e in risalita lungo fiumi e canali”.

Cia Emilia-Romagna lancia un appello al ministro Lollobrigida che il 24 agosto ha incontrato i pescatori di Goro preoccupati per i danni al pescato che provoca la specie aliena. “Nel giro di un anno la specie è quadruplicata - dice il presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia -; non si può ridurre un’emergenza di tale portata, che sta mettendo in crisi migliaia di attività, con pesantissime ricadute negative in termini economici. Non basta l’esortazione al consumo di questo crostaceo, ma va trovato un nuovo equilibrio dell’ecosistema nell’area dell’alto mar Adriatico”.

Con la progressiva marinizzazione delle aree lagunari, delle foci e degli estuari dei fiumi, l’habitat ad essa congeniale è diventato molto più ampio rispetto al passato. “Il granchio blu non sparirà all’improvviso - aggiunge Francia - ma resterà una popolazione di una certa entità, che dovrà essere gestita tramite una costante cattura da parte degli operatori, con il supporto strategico delle Istituzioni”.

Cia ricorda l’esempio della Spagna, anch’essa presa di mira dal granchio. “Nell’ultimo decennio, osserva ancora Francia -, nel Delta dell’Ebro si è verificata un’emergenza molto simile. In quel caso specifico il contenimento della specie è avvenuto mediante una pianificazione delle catture e lì, adesso, vi è una nuova normalità: i granchi blu non sono scomparsi, ma vi è un equilibrio tra nascite e catture”.

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