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Storia / Giardino-Arianuova-Doro / Via Giacomo Leopardi, 64

Dalle ceramiche alle antiche monete, alla Delizia emergono tracce della guerra del sale

Il lavoro di studenti e volontari ha consentito di portare alla luce nuovi reperti

Dopo mesi di scavi, studi e approfondimenti, si è arrivati alla scoperta di reperti e testimonianze per ricostruire, più nel dettaglio, la storia della Delizia estense, perduta, di Belfiore. Si avvicina alla seconda campagna il progetto di archeologia partecipata dal titolo 'Che Delizia, Belfiore!', che ha coinvolto dallo scorso ottobre oltre 100 ragazzi dei licei Roiti e Ariosto di Ferrara, oltre ai volontari del Gruppo archeologico ferrarese. Studenti e appassionati, guidati da  archeologi professionisti, hanno portato alla luce ed esaminato frammenti di ceramiche cinquecenteschi, mattoni ed elementi architettonici anneriti probabilmente dagli incendi e dalle esplosioni della guerra di Ferrara o guerra del sale (1482), una vasca utilizzata per gettare i rifiuti, con tracce di cibo, prezioso elemento per ricostruire le abitudini alimentari del tempo.

I risultati del lavoro del primo periodo di indagine archeologica che, nel complesso, avrà durata pluriennale, sono stati presentati martedì a palazzo Municipale. Nell'occasione è stato inoltrato proiettato  il video documentario sulla delizia di Belfiore, inserito tra i 13 itinerari della Ferrara nascosta. In apertura l'assessore comunale alla Pubblica istruzione Dorota Kusiak ha parlato di "progetto poliedrico e trasversale, potenziale modello anche per altri territori: un'opportunità di crescita e di sviluppo di competenze su cui il Comune ha investito, anche economicamente, riconoscendone la valenza e l'efficacia". Nel dettaglio, l'investimento comunale è di quasi 40mila euro. 

Dopo una mappatura preliminare con magnetometro e georadar, giovani e volontari con la guida degli archeologi Flavia Amato, Maurizio Molinari e Marco Bruni, coordinati dalla dottoressa Chiara Guarnieri della Soprintendenza, hanno lavorato nell'area in cui è testimoniata la presenza dell'antica Delizia, fra le attuali vie Orlando Furioso e Giacomo Leopardi, in due diversi punti di scavo. Come ha spiegato Guarnieri, in quello più a nord sono emersi, resti architettonici con tracce di incendio, "la conferma archeologica dell'avvenuta guerra del sale", sui quali fu costruita la Delizia cinquecentesca. Nel saggio di scavo più a meridione sono invece state trovate murature che corrispondono alla planimetria realizzata da Giovan Battista Aleotti dell'inizio del Seicento, oggi conservata nell'archivio Borromeo dell'Isola Bella. 

"E' stata questa - ha sottolineato Guarnieri - una ulteriore conferma dell'efficacia delle indagini geodiagnostiche realizzate”. Inoltre, tra i rinvenimenti, figurano anche tante ceramiche di produzione faentina, "smaltate, dal grande fascino, dal gusto policromo e di qualità elevata", ha evidenziato Guarnieri, e vecchie monete, alcune anche risalenti al periodo pontificio. Di particolare interesse, inoltre, è stato il ritrovamento di una 'vasca da butto' piena di ceramiche e materiali di scarto alimentare: resti di pasto in primis, soprattutto uova, esaminati per ricostruire le diete e le abitudini del tempo. Tutti i reperti sono in fase continua di studio e approfondimento. "Il procedere della ricerca mette a 'fuoco' una istantanea sulla vita quotidiana del Cinquecento all'interno della Delizia scomparsa", hanno spiegato gli esperti. La ricerca continua. A settembre è in programma la seconda campagna di scavi. Le scuole saranno sempre protagoniste. I lavori riprenderanno dalla linea dei saggi già eseguiti, verso nord, seguendo le tracce delle antiche planimetrie.

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