Caporalato, scoperti 159 lavoratori 'in nero': alle aziende agricole multe per 700mila euro

Oltre centocinquanta lavoratori in nero e sanzioni per 700mila euro. E’ il resoconto del ‘nuovo capitolo’ degli accertamenti nell’operazione ‘Zafira’ – svolta dai carabinieri di Portomaggiore, unitamente al Gruppo per la tutela del lavoro di Venezia ed al personale dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Ferrara - che nell’aprile 2022 aveva già portato all’esecuzione di 3 misure cautelari per caporalato nei confronti di altrettanti cittadini pakistani.

In quella circostanza, inoltre, si era arrivati alla denuncia di 18 soggetti titolari di aziende agricole, per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, nelle zone del Veneto e dell’Emilia-Romagna. I datori e responsabili delle aziende che avevano a vario titolo utilizzato il personale in condizioni di sfruttamento, oltre ad essere perseguiti penalmente, sono stati sanzionati in via amministrativa per aver impiegato i lavoratori subordinati senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro e pertanto considerati ‘in nero’.

Inoltre, sono risultate non veritiere o mancanti le registrazioni degli orari e delle presenze dei rimanenti dipendenti sul libro unico del lavoro. Oltre alle violazioni in materia giuslavoristica, son stati sviluppati gli accertamenti per quantificare il recupero contributivo evaso, risultato pari a 32mila euro.

Le aziende agricole coinvolte nell’indagine (individuate in via diretta, mediante attività ispettiva, o indiretta tramite l’analisi di attività tecnico e documentale), operavano in provincia di Rovigo (Canaro e Rosolina) e nella provincia di Ferrara, oltre che a Comacchio, Mesola, Portomaggiore, Argenta, Poggio Renatico e Codigoro. Come detto, dalle ultime verifiche, sono risultati occupati ‘in nero’ 159 lavoratori, tutti di origine pakistana: alle imprese coinvolte sono state comminate complessivamente sanzioni amministrative per circa 700mila euro.