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Assemblea Arcigay sul caso Ariosto: "Chiediamo il ritiro dell'ordine del giorno dal Consiglio"

I sottoscrittori evidenziano la volontà di proseguire con azioni di contrasto all'omotransfobia

Una richiesta espressa alla maggioranza attraverso un documento, redatto successivamente all'assemblea dello scorso 22 febbraio. L'incontro aperto ai cittadini era stato convocato da Arcigay 'Gli Occhiali d'Oro' e Rua Udu Ferrara, in seguito all'ordine del giorno presentato nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 30 gennaio, relativa alla vicenda dell'intervento di Arcigay nell'assemblea al Liceo Ariosto. A questo proposito, i sottoscrittori si sono appellati "ai consiglieri comunali di maggioranza, al sindaco, all'assessora alle Pari opportunità e alla Giunta comunale in merito all'odg presentato da 15 consiglieri comunali dei gruppi Ferrara Nostra, Lega Salvini Premier, Forza Italia e Ferrara Cambia e alla richiesta di integrazione presentata dai consiglieri Mosso e Solaroli".

L'elenco di sottoscrittori comprende Arcigay Ferrara 'Gli Occhiali d'Oro', Rua-Udu Ferrara, Agedo Ferrara, Arci Ferrara, Centro Donna Giustizia, Centro Ascolto Uomini Maltrattanti, Emergency Ferrara, Circolo Uaar Ferrara, Cgil Ferrara, Uil Ferrara, Alleanza Verdi Sinistra Ferrara, Articolo 1 Ferrara, La Sinistra per Ferrara, Movimento 5 Stelle Ferrara, Partito Democratico di Ferrara, Possibile Ferrara, Rifondazione Comunista Federazione di Ferrara.

In premessa, la considerazione che "Arcigay Ferrara 'Gli Occhiali d'Oro', così come le altre associazioni Lgtbi+ ferraresi, svolge, come da obiettivi statutari, la sua legittima azione educativa nelle scuole della città da oltre 20 anni", che "questa attività è in linea con quanto indicato nelle linee ministeriali che invitano le dirigenze scolastiche e i docenti a promuovere formazioni specifiche in materia di orientamento sessuale e identità di genere come forma di contrasto a discriminazioni e bullismo omotransfobico", che "l'attività formativa proposta da Arcigay Ferrara 'Gli Occhiali d'Oro' nelle scuole cittadine è in linea con quanto previsto dal protocollo istituzionale contro l'omotransfobia (Pico) di cui il Comune di Ferrara è ente capofila e che è stato sottoscritto con le altre istituzioni locali (Unife, Ausl, Azienda ospedaliera) nonché con tutte le associazioni Lgbti+ della città (Arcigay Ferrara 'Gli Occhiali d'Oro', Agedo e Famiglie Arcobaleno), i Centri Antiviolenza (Cdg e Cam), i sindacati (Cgil e Uil) e le associazioni sportive (Uisp)", e che "solo nell'anno 2022 Arcigay Ferrara ha erogato, nelle scuole ferraresi su richiesta di dirigenti e insegnanti, 450 ore di formazione frontale e laboratori artistici a studenti degli istituti secondari di primo e secondo grado sul tema delle discriminazioni e dei pregiudizi basati su orientamento sessuale e identità di genere".

Una premessa, accompagnata dalla constatazione che "a giugno 2022 Arcigay Ferrara 'Gli Occhiali d'Oro' ha inaugurato il Centro Antidiscriminazione (Cad) finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e da Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni), Centro che è stato sostenuto in fase di progettazione, tra le altre istituzioni (Prefettura di Ferrara, Ausl e Azienda ospedaliera) e anche dal Comune di Ferrara", che "il Cad è costituito da un'équipe multiprofessionale che lavora in rete con i servizi sociali e sociosanitari del territorio, nonché con gli Istituti scolastici del territorio comunale e provinciale e che nei primi 8 mesi ha supportato e aiutato 55 persone di cui il 40% minori che frequentano la comunità scolastica locale", che "il Cad di Arcigay Ferrara, che tra i suoi obiettivi ha la formazione nelle scuole, nel primo bimestre del 2023 ha già erogato 50 ore di formazione a insegnanti, educatori, psicologi e altre figure professionali che lavorano all'interno della comunità educativa", e che "la comunità scolastica tutta è uno spazio indipendente dalla politica e che un Consiglio comunale non è legittimato a entrare nel merito delle scelte che dirigenti e insegnanti fanno rispetto agli indirizzi educativi scelti e ritenuti più opportuni".

I sottoscrittori hanno inoltre ricordato che "Ferrara è uno dei Comuni d'Italia che ha aderito alla rete Ready, ovvero la Rete italiana delle Regioni, Province autonome ed Enti locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale", per richiedere al "sindaco Alan Fabbri e all'assessora competente Dorota Kusiak di chiarire se la posizione di questa amministrazione rispetto alla lotta all'omotransfobia rimanga coerente con quanto sopra premesso e pertanto di esprimersi in merito alla volontà di proseguire con azioni di contrasto all'omotransfobia, così come previsto dal protocollo Pico, anche attraverso azioni formative promosse dalle associazioni Lgbti+ nelle scuole e in altri contesti educativi", ai "consiglieri comunali di maggioranza firmatari dell'odg e dell'emendamento all'odg di ritirarlo, coerentemente con quanto premesso e nel pieno rispetto dell'autonomia scolastica".

Qualora "l'ordine del giorno e il suo emendamento dovessero andare in discussione e dovessero essere sottoposti al voto del Consiglio Comunale di Ferrara - ha aggiunto il documento - questa Amministrazione dovrà spiegare a tutti i suoi cittadini con quale coerenza continua a presiedere il Tavolo Pico, con quale coerenza fa parte della rete Ready e promuove campagne in occasione del 17 maggio (giornata internazionale contro l'omotransfobia), se poi mette i paletti e delegittima il lavoro che le associazioni Lgbti+ fanno nel territorio e nelle scuole al solo scopo di contribuire al contrasto di forme di discriminazione e bullismo motivato da orientamento sessuale e identità di genere. Se l'odg e il suo emendamento verranno presentati, messi ai voti e dovessero essere approvati, sarà evidente che ogni persona Lgbti+ di Ferrara sarà 'libera di essere', ma a proprio rischio e pericolo, consapevole che non ci sarà l'Istituzione comunale a tutelarla. La stessa istituzione comunale che non sarà più al fianco delle associazioni e di tutti i cittadini che ogni giorno si impegnano dentro e fuori dalla comunità scolastica per educare al rispetto delle diversità e alla parità dei diritti per il benessere di tutte e tutti, senza eccezioni".

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