Archeologia, al via la nuova campagna di scavi nella città etrusca di Spina
Le operazioni si avvalgono della collaborazione di diversi docenti di Unife
L’università di Ferrara ha avviato una nuova campagna di scavi nella città etrusca di Spina. L'obiettivo è quello di ricostruire l’assetto urbanistico dell’antica località presente nella valle comacchiese del Mezzano. Operazioni già iniziate: le ricerche, tra l'altro, sono state condotte in concessione ministeriale e finanziate dal Consorzio Futuro in Ricerca
Non sono mancate le parole in apertura della rettrice Unife, Laura Ramaciotti: “Il sito di Spina ha un’importanza culturale eccezionale, non solo per il territorio ferrarese, essendo una preziosissima fonte di informazioni che riguarda il mondo etrusco. È dunque motivo di grande orgoglio per il nostro Ateneo poter contribuire alla conoscenza e alla conservazione di questo sito. Lavorando a stretto contatto con la soprintendenza parteciperemo in modo significativo alla ricerca archeologica e alla promozione di Spina come risorsa culturale e turistica per la nostra comunità e per tutto il Paese”.
Gli scavi saranno effettuati servendosi di un approccio interdisciplinare che coinvolgerà diversi docenti dell’ateneo; tra questi proprio Carmela Vaccaro, la quale riferisce che “gli scavi stratigrafici saranno effettuati con un approccio interdisciplinare che avrà particolare riguardo alla raccolta di indicatori paleoclimatici finalizzati a comprendere l’evoluzione dell’abitato in relazione all’optimum climatico”.
Inoltre “questa metodologia - aggiunge la professoressa Hohenstein - consentirà di raccogliere anche la microfauna eventualmente presente con lo scopo di approfondire lo sfruttamento delle risorse naturali in relazione all’ambiente costiero e di laguna”. Infine, Caterina Cassai ha riferito che “lo scavo prosegue le indagini che, con le precedenti campagne di scavo condotte a partire dal 2007, hanno permesso di individuare la struttura perimetrale dell’abitato, e di ricostruire le numerose fasi che si sono susseguite nelle aree indagate, una delle quali occupata da un’unica abitazione, a partire dal 530-520 a.C. fino al momento del suo abbandono”.