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Unife tra passato e futuro: la rettrice elenca i successi, l'ex ministro Bianchi auspica più solidarietà

L'attuale ministra Bernini ha citato Seneca e Copernico, promettendo più attenzione verso i giovani

Da ciò che è stato fatto a ciò che si farà, passando per ciò che rappresenta oggi. La storia dell’Università di Ferrara si può tranquillamente racchiudere nella mattinata del Comunale. In ordine rigorosamente cronologico, la prima a salire sul palco è stata Anna Maria Bernini, ministra dell’Università. Un discorso, il suo, in cui sono stati citati Copernico, Seneca e Pico della Mirandola.

Ma in cui sono state anche sottolineate due parole chiave: multidisciplinarietà e internazionalizzazione. “Ferrara – ha ribadito – è stata la capitale di quel pensiero libero che ha reso possibile l’esplosione della creatività contagiosa”. Il tutto prima di rivolgersi direttamente agli studenti: “Vogliamo darvi un supporto che sia permanente e strutturale, per il benessere psicologico. Tutti compiamo errori, ma il percorso universitario deve essere di crescita”.

A lei ha fatto seguito il discorso della rettrice, Laura Ramaciotti, che ha sostanzialmente elencato le iniziative messe in campo da Unife e i risultati ottenuti (sia in termini didattici che di finanziamenti), fino alle sfide future: “L’università deve diffondere fiducia nel domani – ha riassunto -. Il nostro primo impegno è fornire una didattica di qualità. Abbiamo realizzato investimenti importanti, abbiamo fatto attenzione a mantenere un bilancio sano, abbiamo reso concreta la politica delle assunzioni. Siamo una comunità viva e dinamica”.

Infine, il microfono è passato a Patrizio Bianchi, ex ministro e professore emerito dell’Ateneo estense. A lui, in primis, è toccata la risposta ad Alessandra De Fazio circa le difficoltà del mondo degli studenti: “La sua testimonianza è dolorosa – ha chiarito – ed evidenzia lo smarrimento dei nostri giovani. Dobbiamo dare loro più ascolto, ma dobbiamo anche testimoniare come abbiamo superato le nostre sofferenze e come le abbiamo trasformate in voglia di vivere”.

Poi l’accenno all’articolo 2 della Costituzione e alla figura di Copernico: “Ci vuole maggiore solidarietà nel mondo – ha chiosato Bianchi –. La cerimonia di oggi non deve essere una celebrazione del passato, ma un’enfasi dell’oggi. E serve anche che gli studenti del mondo arrivino qui, di modo tale che i nostri ragazzi imparino di più”. “Non si ferma la storia con un decreto (il riferimento è all’arrivo di migranti dall’Africa, ndr)” ha ribadito in fondo, ricevendo l’applauso del teatro. “Mi piace l’idea di un’università del Mediterraneo”.

Fuori dalla cerimonia ufficiale, anche il sindaco Alan Fabbri ha voluto ringraziare Mattarella per la visita in città. “Oggi abbiamo sentito tante parole chiave – ha evidenziato il primo cittadino -: futuro, parità di genere, pace, sviluppo, demografia, accoglienza, merito, inclusione, vocazione internazionale, diritti, coscienza civile, cambiamento. La presenza del presidente della Repubboica conferma come questi siano temi che interessano le istituzioni tutte, dagli enti locali al livello centrale, impegnandoci in un percorso da attuare continuamente, insieme, nel costante confronto e in una condivisione che tenga conto della pluralità di idee e visioni”.

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