Accoglienza migranti, indagati in 13 fra dirigenti di coop e associazioni di volontariato

Nei giorni scorsi si è chiusa l'inchiesta della Procura sulle spese delle cooperative che hanno gestito la situazione dell'accoglienza dei migranti dal 2018 al 2020. Secondo quanto si apprende, sono in 13 gli indagati, fra dirigenti di coop e associazioni di volontariato. 

Al vaglio degli inquirenti, ci sarebbero spese non rendicontate. Un ammanco complessivo di oltre 2 milioni di euro che avrebbe portato la Procura a ipotizzare il reato di truffa allo Stato. Un addebito legato, appunto, a presunte incongruenze fra risorse pubbliche ottenute ed effettivamente spettanti. Fondi che lo Stato trasferiva alle realtà di accoglienza in relazione ai vari progetti.

"Da parte nostra c'è serenità - ha commentato don Domenico Bedin, fra i nomi dei rappresentanti delle cooperative all'attenzione degli inquirenti - perché abbiamo sempre agito secondo correttezza. E non abbiamo motivo di dubitare che il nostro operato verrà chiarito". 

Fra le reazioni politiche alla notizia, il sindaco Alan Fabbri ha commentato che "per anni abbiamo denunciato, ancor prima di essere chiamati al governo di Ferrara, il business delle cooperative che si occupano di immigrati e il finto buonismo di tanti, ben visibile a chi guarda a quel mondo con lucidità e onestà. Per anni siamo stati accusati, per questo, di insensibilità, scarsa umanità, quando non direttamente di razzismo".

Il primo cittadino ha concluso il suo intervento, evidenziando che "confidiamo nella magistratura che saprà fare il suo dovere e verificare le responsabilità e siamo certi che i cittadini sapranno fare tesoro di questa esperienza per valutare, nel modo più adeguato, chi molto spesso contro di noi, punta il dito, millantando un finto buonismo che, se l'inchiesta dovesse confermare le accuse, si mostrerebbe completamente fasullo".