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Il realismo inquieto di Guarienti approda in Castello, al via una mostra con oltre cento dipinti e sculture

L'esposizione è stata ideata da Vittorio Sgarbi e curata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'arte del Comune

La laurea in medicina, la chiamata alle armi, la frequentazione all'Accademia di Belle arti di Firenze. E poi le prime mostre, un realismo inquieto, la ricerca di un linguaggio che volge verso il visionario. Se la vita artistica di Carlo Guarienti è densa di suggestioni e di sperimentazioni, quella più ancorata al suo dato biologico ha appena raggiunto il traguardo dei novantanove anni. Una ricorrenza importante, festeggiata nella cornice di una mostra a lui dedicata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'arte del Comune. L'esposizione dal titolo 'La realtà del sogno' nasce da un'idea di Vittorio Sgarbi e si compone di dipinti e sculture dell'artista nato a Treviso, che superano il centinaio di opere.
 
"Vedrete una mostra meravigliosa, vedrete quadri di un lunghissimo sogno che parte dalla realtà e arriva alla realtà che è quella che di un altro mondo, quando saremo tutti dall'altra parte", ha sottolineato il presidente della Fondazione Ferrara Arte nel corso del vernissage dell'iniziativa, in programma da sabato fino al 22 gennaio 2023, allestita nelle sale del Castello Estense.  

Un appuntamento al quale era presente lo stesso Carlo Guarienti, originale protagonista del panorama artistico nazionale ed europeo da oltre mezzo secolo. Come corposa è la sua produzione esposta, attraverso la quale viene indagato il suo ampio e articolato percorso, segnato da un costante, quanto coerente, processo di metamorfosi. Un artista nato a Treviso nel 1923 e laureato all'Università di Padova nel 1949. Nel frattempo, in quegli anni, lavora come preparatore di anatomia artistica a Firenze. Rientrato nella sua città natale nel 1946, realizza nature morte, ritratti e l'opera più significativa della sua prima attività, il 'San Gerolamo'.

Gli anni Sessanta sono funzionali alla sperimentazione di una tecnica mutuata dallo strappo degli affreschi e basata sull'uso di intonaci scrostati, cretti, collage e di una resina sintetica mescolata a colore e sabbia. Successivamente, diventa pittore di geometrie mentali, di forme pure, bidimensionali o solide, organizzate in rigorosi spazi prospettici. La figura è sostituita da linee, numeri, segnali stradali, forse per un richiamo alla contemporaneità. Dagli anni Ottanta dipinge numerose nature morte, allestite in atmosfere sospese, fra realtà e irrealtà, fra consistenza e trasparenza, una modalità espressiva adottata anche nei generi dell'autoritratto e della veduta, affrontati nei lavori degli anni successivi. 

Da irriducibile sperimentatore, Guarienti esprime la sua complessa poetica anche nella produzione plastica, dove persegue una potente sintesi formale, tra modelli arcaici e suggestioni novecentesche, e nell'arte incisoria. Tentato da innumerevoli stimoli, Guarienti punta nella sua opera in direzione di un realismo basato su concetti astratti che si traducono in immagini, più o meno enigmatiche, sospese tra sogno e realtà. La selezione delle opere è a cura di Pietro Di Natale, Vasilij Gusella e Stefano Sbarbaro. Gli orari di apertura sono dalle 10 alle 18. Il martedì è chiuso. La biglietteria chiude 45 minuti prima.

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