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Venerdì, 19 Aprile 2024
Sparatoria in centro / Centro Storico / Piazzetta Alberto Schiatti

Dopo sei mesi di agonia, è morto Roberto Gregnanini: a marzo rimase vittima di una sparatoria in centro

E' deceduto venerdì all'ospedale di Cona. A sparargli fu il suo collega, Michele Cazzanti, ora accusato di omicidio volontario.

Dopo 190 giorni di agonia, è morto Roberto Gregnanini (60 anni), il dipendente comunale vittima di un agguato avvenuto lo scorso 3 marzo in piazzetta Schiatti. Ad attenderlo e sparargli con una Glock era stato il collega, Michele Cazzanti (56 anni), che dopo averlo colpito da distanza ravvicinata si era poi allontanato a piedi per le vie del centro. Ore di terrore, in cui l'aggressore era riuscito a tornare a casa, prendere l'auto e fuggire verso Cremona, dove nello stesso pomeriggio era poi stato intercettato dalle forze dell'ordine – in un'operazione congiunta tra polizia e carabinieri – e arrestato. Il tutto, anche grazie alla freddezza di un cittadino che, sentendo i colpi di pistola, si era affacciato alla propria finestra e aveva fotografato l'uomo con l'arma ancora in pugno.

Gregnanini, come detto, ha lottato per sei mesi, fino al tardo pomeriggio di venerdì, quando il suo cuore ha smesso di battere. Era stato colpito all'addome da uno dei diversi proiettili che Cazzanti aveva esploso contro di lui: una colluttazione, con conseguente sparatoria, avvenuta intorno alle 11 di mattina, mentre le vie del centro brulicavano di passanti. Da quel 3 marzo a venerdì, dopo diverse operazioni chirurgiche, la situazione del 60enne era anche migliorata: a giugno, infatti, i medici avevano deciso di dimetterlo dalla rianimazione.

Un barlume di speranza durato, però, soltanto poche ore. Qualche giorno dopo, infatti, il quadro clinico era tornato ad aggravarsi e dall'ospedale avevano deciso per un nuovo ricovero nel reparto di terapia intensiva. Il tutto mentre Cazzanti, arrestato con l'accusa di tentato omicidio (che ora si tramuterà in omicidio volontario), era stato trasferito nel carcere di Ferrara. Difeso dall'avvocato Fabio Anselmo, l'aggressore nel frattempo era stato sottoposto anche ad una perizia psichiatrica, in quanto pare soffrisse di manie di persecuzione.

Appresa la notizia della morte del dipendente comunale, i social sono stati invasi da messaggi di cordoglio. In particolare, il sindaco Alan Fabbri ha subito chiamato la famiglia di Gregnanini per fare le condoglianze a nome della città: “Con la moglie – ha spiegato il primo cittadino – ci siamo sentiti in diverse occasioni per offrire tutta la nostra disponibilità e vicinanza. A maggior ragione lo faremo ora”.

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