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Lutto

A 81 anni scompare Adelchi Riccardo Mantovani, il pittore ferrarese emigrato a Berlino

L'artista aveva firmato una mostra al Castello Estense, in programma fino all'ottobre dello scorso anno

Un altro lutto colpisce il mondo dell'arte ferrarese. E' scomparso all'età di 81 anni il pittore Adelchi Riccardo Mantovani. Una vita che comincia a Ro Ferrarese nel 1942. Figlio della bidella della scuola elementare, una volta rimasto orfano del padre, viene affidato alle suore dell'orfanotrofio di Ferrara dal 1946 al 1952. Quindi, viene mandato in collegio, per seguire i corsi professionali e imparare il mestiere di tornitore.

In seguito a un periodo di lavoro nella città estense, si sposta in Germania e dal 1966 è a Berlino, dove entra in fabbrica rimanendovi fino al 1979. Il clima culturale tedesco lo aiuta a riscoprire la propensione al disegno manifestata fin da piccolo, ai tempi del collegio. Nel 1979, smette i panni dell'operaio per indossare quelli di pittore. La sua fortuna è un articolo del critico Vittorio Sgarbi che incuriosisce il collezionista Orazio Bagnasco, che acquista tutta la sua produzione iniziale. Una pittura che nasce in stretto rapporto col paesaggio d'infanzia, fatto di argini, di ponti di barche, di binari dei treni nella pianura.

"Da ragazzo non ho mai pensato di diventare artista di professione, il mio sogno era di fare il calciatore", ha raccontato di sé Adelchi Riccardo Mantovani, definito dal Vittorio Sgarbi un "Raffaello rispetto a Ligabue". Il pittore ferrarese emigrato a Berlino, aveva firmato al Castello Estense una mostra, allestita da Comune e Fondazione Ferrara Arte dal 5 marzo al 9 ottobre dello scorso anno, prima di portare il suo 'sogno di Ferrara' al Mart di Rovereto, sempre per iniziativa di Vittorio Sgarbi. 

Il sindaco Alan Fabbri ha ricordato l'artista, scrivendo che "la notizia della morte di Adelchi Riccardo Mantovani mi rattrista fortemente. Lo avevo conosciuto tramite le sue opere, da cui traspare con evidenza l'amore per la sua terra, per la campagna ferrarese, per gli scenari fluviali interpretati e reinterpretati con quegli occhi di bambino che hanno marcato come tratto distintivo tutto il suo percorso artistico. Ha dato immagine e consistenza al suo sogno ferrarese, contemplato dalla Germania, dove era emigrato. La sua bambina seduta sulla pietra con le indicazioni della distanza da Ferrara, avvolta in un cappotto rosso, rimarrà una delle immagini più iconiche e più rappresentative dell'attrazione infinita che la nostra terra esprime in chi l'ha vissuta e in chi l'ha conosciuta".

Un messaggio di cordoglio è giunto anche dall'assessore comunale Marco Gulinelli, che ha aggiunto che "la sua storia mi ha legato a lui come a un fratello. Lo stupore dei suoi occhi di bambino, attraverso i quali componeva le sue tele, rimane una delle immagini più affettuose e affascinanti di questi anni da assessore e di tante mostre realizzate. Ciao Adelchi, grazie per averci consegnato la testimonianza di un amore per i luoghi e per la nostra terra capace di superare anche la morte".

Sulla pagina Facebook del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e di Rovereto, un ulteriore messaggio di cordoglio che recita che "ci giunge la notizia della morte di Adelchi Riccardo Mantovani a cui abbiamo dedicato una grande mostra, chiusa pochi giorni fa. Un pensiero ai suoi cari e ai colleghi di palazzo dei Diamanti del Comune di Ferrara con cui abbiamo condiviso il progetto. Addolorati, lo ricordiamo".

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