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"Veganuary": 31 giorni in cucina senza proteine animali

Oltre 629.351 aderenti. Nel 2020 l’Italia fu il settimo Paese al mondo per adesioni, Milano la sesta città. Piace sempre di più la proposta alimentare che, per tutto il mese di gennaio, invita a seguire una dieta interamente vegana (e sostenibile per il pianeta).

Guai a chiamarla "dieta": l’alimentazione vegana è, nella sua interpretazione più consapevole, una scelta di vita, (più) rispettosa verso l’ambiente e gli animali. E proprio per questa ragione, nel 2014 è nato Veganuary (crasi di vegan + january), ovvero la challenge internazionale (made in England) che, per l’intero mese di gennaio, motiva a mangiare vegano.  Dunque, 31 giorni di colazioni, pranzi e cene senza proteine animali ai quali hanno aderito fino allo scorso anno un milione di persone in tutto il mondo. In particolare: 125mila dalla Gran Bretagna, 150mila dall’America Latina, 80mila dagli Stati Uniti, 50mila dalla Germania. In Italia, nel 2020, sono stati quindicimila, mettendo il nostro Paese al settimo posto, e Milano sesta comecittà. 

Perchè aderire all'iniziativa ?
Quali sarebbero i vantaggi di un’alimentazione senza carne, latte, latticini e uova? 
Due su tutti. Il primo di ordine etico: non si fanno soffrire gli animali. Il secondo, per ragioni ambientali, con la conseguente riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dagli allevamenti. Infatti, secondo un rapporto pubblicato nel 2019, una dieta vegetariana ridurrebbe l'impronta di carbonio di un individuo del 10%, rispetto ad una dieta a base di carne. Inoltre, com'è noto, gli allevamenti di animali sono fonte di inquinamento a causa delle emissioni di metano dei ruminanti, dei loro escrementi, degli antibiotici rilasciati nell'acqua e la diminuzione progressiva del consumo di risorse naturali da parte di questi.
Motivazioni queste che hanno sedotto e stanno convincendo un numero sempre crescente di persone ad aderire, anche tra i personaggi dello showbiz.

Alimentazione vegana e vitamina B12
"La scienza dice che una dieta vegana ben pianificata è adatta a tutte le fasi della vita. Ma deve includere tutti i gruppi alimentari vegetali, cereali, legumi, verdure, frutta, frutta secca e semi oleosi: sono questi i pilastri", precisa Silvia Goggi, nutrizionista all’Ambulatorio Baby Green dell’Humanitas San Pio X di Milano e autrice per Rizzoli di È facile diventare un po’ più vegano. Resta il problema della vitamina B12. "Non è un problema», replica l’esperta. "Va integrata, ma è un prezzo che oggi le persone sono felici di pagare, visti i benefici dell’alimentazione vegana. E poi non è detto che la dieta onnivora metta al riparo da un’insufficienza di vitamina B12". Gennaio è il mese dei buoni propositi. Un altro è il Dry January, quattro settimane e mezzo senza alcol «per innescare un cambiamento nel suo consumo". L’iniziativa, però, diffusa in Regno Unito, Francia e Svizzera, quest’anno ha meno successo: c’è già un calo del 17% sul campione che aveva deciso di aderire un mese fa.

Come iscriversi
Sul sito dell'associazione britannica si accede al "programma" inserendo la propria email. Il primo passo ha come risultato un messaggio di incoraggiamento con un ricettario sfizioso che va dall’hummus di cannellini e carciofi alle lasagne al ragù di lenticchie, dalle cotolette di cavolfiore al tiramisù. Poi ci sono le dritte su come fare la spesa (vegetale) e la promessa di un’email quotidiana con un menu diverso giorno per giorno. In Inghilterra Sir Paul McCartney è il testimonial più illustre, ma hanno aderito a Veganuary anche l’attore statunitense Joaquin Phoenix, l’attrice Mayim Bialik (Blossom e The Big Bang Theory) e molti altri personaggi dello sport e dello spettacolo.

Finito gennaio, cosa fare?
Perché adottare una dieta vegana per un mese va bene, ma poi?
L'associazione britannica Veganuary ha indicato nel suo rapporto, realizzato sei mesi dopo la sfida, che tra i partecipanti non vegani (82%), il 38% ha ridotto il consumo di prodotti animali di almeno la metà e il 52% ha mantenuto una dieta interamente a base vegetale.
Come dire, quella del Veganuary non è una tendenza, ma una vera e propria presa di posizione. Anche per l’Italia che, in collaborazione con l’associazione animalista Essere Animali e con diversi testimonial tra cui lo chef Pietro Leemann e la showgirl Rosita Celentano, ha una percentuale di vegetariani e vegani dell’8,9: un massimo storico, con un 2,2 per cento di vegani (dati Rapporto Eurispes 2020). E secondo la ricerca JustEat e Doxa, sono 2 su 3 (il 67%) gli italiani che dichiarano di aver ridotto i consumi di carne e pesce, principalmente per motivi di salute (45%), ma anche per un’attenzione al tema della sostenibilità (28%). Inoltre, il 20% degli intervistati ha dichiarato di aver provato in passato una dieta vegana/vegetariana, mentre circa il 14% si dichiara propenso a seguire una dieta vegana nei prossimi 12 mesi, e la propensione cresce (32%) qualora l’adesione al regime alimentare vegano fosse limitata nel tempo (3-6 mesi). In generale, la popolazione italiana riconosce al veganesimo di avere un basso impatto ambientale (57%) e di essere salutare (55%). Non solo a gennaio, ma anche nel resto dell’anno tanto che il termine Veganuary sta ormai a indicare un periodo di detox e alleggerimento, di liberazione da tossine e calorie in eccesso accumulate durante i pasti delle Feste. Come, lo spieghiamo qui. Nel mondo si stima che siano oltre 800 milioni i vegetariani.

Una volta terminata la sfida, abbiamo tre opzioni: continuare a mangiare vegano, riprendere le nostre vecchie abitudini alimentari, incorporando più prodotti vegetali o tornare a una dieta a base di carne. Questa scelta è del tutto personale, sarà il risultato della nostra esperienza, durante questo Veganuary. Ad ogni modo, avremo fatto un gesto per il pianeta, e ci saremo resi conto che cucinare vegano non è poi così difficile. La prova, con 31 ricette vegane per il mes

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