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L'intervista

L'attrice ferrarese Federica Pocaterra nell'ultimo film di Kim Rossi Stuart: "In ogni personaggio scopro qualcosa di me"

Nella precedente esperienza cinematografica, il ruolo di Giulia nel film 'Solo cose belle' di Kristian Gianfreda

Nelle prossime settimane, uscirà nelle sale cinematografiche il film 'Brado'. Una pellicola che segna il ritorno alla regia di Kim Rossi Stuart, impegnato anche nel ruolo del padre del protagonista. All'interno del cast della produzione, c'è l'attrice ferrarese Federica Pocaterra. Classe 1994, ha preso parte nel 2019 alla commedia di Kristian Gianfreda, 'Solo cose belle'. Una storia sui rapporti umani come antidoto alla diffidenza. Così come sulle relazioni che legano e allontanano le persone, ruota questo secondo e diverso lavoro. Una carriera nella recitazione, cominciata a diciannove anni e proseguita dopo il diploma attraverso le tappe di Roma, Londra e Los Angeles. Del suo ultimo impegno da attrice, abbiamo parlato proprio con lei.   

Dall'esperienza del primo a quella del secondo film, che cosa è cambiato?
"Sono due film completamente diversi. 'Solo cose belle' è una commedia, a tratti leggera, che pone l'accento su tematiche sociali. 'Brado' è un film il cui genere di riferimento è decisamente drammatico. Per interpretare il ruolo di Viola, infatti, da parte mia c'è stato un lavoro molto profondo sulla sceneggiatura. Una ricerca che è partita dalla lettura per avvicinarmi il più possibile al personaggio".

Come avviene questo avvicinamento?
"Con un grande lavoro di preparazione. Nel caso di 'Brado', il regista Kim Rossi Stuart aveva fin da subito un'immagine chiara dei nostri personaggi. Ne visualizzava proprio l'immagine, restituendoceli come per 'telepatia'. Con me e con l'attore protagonista Saul Nanni, sul set mio fratello Tommaso, ha fatto provare diverse scene in tre diverse versioni per lavorare su fiducia e immedesimazione".

Quanto c'è di se stessa in ogni personaggio che interpreta?
"C'è molto di me. Senza dubbio, c'è tutta la mia energia. Quello dell'avvicinarsi al personaggio è un lavoro molto sottile, poi al pubblico passerà quello che dovrà passare. In effetti, più ti avvicini al personaggio che ti trovi a interpretare e più scopri parti di te. Con Viola è stato amore a prima lettura".

Del film appena girato, balza agli occhi il titolo. 'Brado' ha un significato particolare?
"Dietro ogni titolo c'è una storia, e ogni storia poi ha le sue interpretazioni personali. C'è il richiamo ai cavalli e a uno stato selvaggio, 'brado' appunto. Abbiamo girato in provincia di Roma ricostruendo un ranch. Ma la storia è focalizzata sulla relazione tormentata fra un padre e un figlio. Il mio personaggio, come quello di altri e come la stessa figura del cavallo, fanno da collante a quel legame".

Cosa rappresenta il lavorare a un film in un periodo segnato da una pandemia?
"Le riprese sono state girate verso la fine del 2020, lavorando in una sorta di bolla con il resto del cast. Un periodo diffile, ma che ha contribuito a rendere questa esperienza cinematografica ancora più intensa"     
      

   

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